
La diffusione di dengue e chikungunya a Cuba ha raggiunto livelli allarmanti. Secondo l’ultimo rapporto del Ministero della Salute pubblica (Minsap), nelle ultime 24 ore sono stati segnalati 1.023 nuovi casi di arbovirosi. Di questi, 627 sono riconducibili a chikungunya, portando il totale oltre le 40.000 infezioni dall’inizio dell’epidemia, mentre 396 sono risultati positivi alla dengue. Il numero complessivo di pazienti con sintomi febbrili compatibili con queste infezioni supera ormai le 47.000 unità.
Le province maggiormente interessate dall’aumento dei contagi includono L’Avana, Santiago de Cuba, Matanzas, Artemisa, Cienfuegos, Villa Clara e Camagüey, dove le condizioni climatiche e ambientali favoriscono la proliferazione delle zanzare Aedes, principali vettori delle due malattie.
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Condizioni cliniche e impatto sulle fasce vulnerabili
Il quadro clinico resta complesso, come confermato da Susana Suárez, direttrice della Salute ambientale del Minsap. Attualmente 64 pazienti risultano in condizioni gravi e 12 versano in stato critico, tra cui 11 bambini sotto l’anno di età. Il bilancio delle vittime è salito a 33 decessi, di cui 21 minorenni, evidenziando come l’epidemia colpisca in modo particolare i soggetti più fragili. Le autorità segnalano inoltre che molte infezioni non vengono registrate ufficialmente, mentre stime indipendenti stimano che dengue e chikungunya abbiano già interessato oltre un terzo della popolazione.
Crisi economica e ostacoli alla prevenzione
La gestione dell’epidemia è aggravata dalla crisi economica che affligge il Paese. La carenza di carburante limita le attività di fumigazione contro le zanzare, mentre la disponibilità di insetticidi, reagenti e personale sanitario è insufficiente per coprire l’intero territorio nazionale. Secondo le istituzioni sanitarie, la trasmissione delle arbovirosi è attiva in 14 delle 15 province, complice un contesto ambientale caratterizzato da caldo umido, ristagni d’acqua e accumuli di rifiuti.
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