Le dimissioni di un noto esponente del Partito Democratico, figura di primo piano anche nel Parlamento europeo, aprono un nuovo fronte di tensione nella politica locale campana e all’interno del partito. La decisione, maturata dopo mesi di contrasti interni e di confronto serrato sulle strategie di contrasto ai clan, rappresenta una rottura netta con l’attuale amministrazione. Sullo sfondo rimangono le difficoltà storiche di un territorio già interessato in passato da scioglimenti per infiltrazioni malavitose e da interventi straordinari dello Stato.
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Sandro Ruotolo si dimette da consigliere comunale di Castellammare di Stabia
La scelta di lasciare il ruolo di consigliere comunale in una realtà complessa come Castellammare di Stabia riporta al centro del dibattito pubblico il tema della tenuta democratica dei comuni esposti al rischio di infiltrazioni della criminalità organizzata. La decisione, maturata dopo mesi di contrasti interni e di confronto serrato sulle strategie di contrasto ai clan, rappresenta una rottura netta con l’attuale amministrazione guidata dal sindaco Luigi Vicinanza.
L’addio di Sandro Ruotolo al consiglio comunale non si limita dunque a un atto amministrativo, ma assume il valore di un segnale politico che investe l’intero centrosinistra e pone interrogativi sul rapporto tra potere politico, gestione del consenso e presenza dei clan sul territorio. Il caso viene osservato con attenzione anche da altri comuni della provincia di Napoli, dove si registrano contesti sociali e istituzionali analoghi. Il dibattito che si è aperto attorno alle dimissioni coinvolge non solo i protagonisti diretti dello scontro, ma anche i vertici nazionali del Pd, le istituzioni di controllo, la magistratura e le associazioni che da anni si occupano di lotta alle mafie. La vicenda, per il suo rilievo simbolico, viene considerata un banco di prova sulla capacità della politica locale di costituire un argine reale alla pressione delle organizzazioni criminali.
Le ragioni delle dimissioni di Sandro Ruotolo
L’europarlamentare Sandro Ruotolo, ha formalizzato la propria decisione attraverso una comunicazione articolata, nella quale ha ricostruito le tappe del suo impegno a Castellammare di Stabia e le motivazioni che lo hanno condotto alle dimissioni. Ruotolo ha precisato di aver atteso l’approvazione del bilancio comunale, ritenendo prioritario garantire la continuità dei servizi essenziali destinati alla cittadinanza, prima di compiere un passo così rilevante. Nella sua analisi, tuttavia, l’amministrazione guidata dal sindaco Luigi Vicinanza non avrebbe mostrato quella netta discontinuità rispetto al passato che, secondo l’europarlamentare, era necessaria in un contesto segnato da precedenti scioglimenti per infiltrazioni camorristiche. Ruotolo contesta alla giunta di non essersi configurata come un vero baluardo contro il potere dei clan e di non aver espresso una linea politica sufficientemente chiara e rigorosa sul piano della legalità.
Uno dei nodi centrali denunciati da Sandro Ruotolo riguarda il ricorso a liste civiche considerate prive di una solida identità politica e di un fondamento etico definito. Secondo la sua ricostruzione, tali aggregazioni rischierebbero di trasformarsi in semplici contenitori di voti, potenzialmente esposti a influenze esterne e ad ambiguità nelle alleanze, con il pericolo di aprire spazi a interessi lontani da una gestione trasparente della cosa pubblica. Per l’europarlamentare, il contesto in cui “la politica mostra segni di incertezza” o in cui i criteri di selezione della classe dirigente non risultano rigidamente ancorati a principi di trasparenza e di distanza dai centri di potere criminale diventa terreno fertile per l’azione della camorra. In questa prospettiva, le dimissioni vengono presentate come un atto di coerenza rispetto a un percorso personale e professionale legato da anni al giornalismo d’inchiesta e alla denuncia dei fenomeni mafiosi.
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