
La morte di Aurora Livoli rappresenta un caso complesso che unisce il tema della fragilità giovanile, il disagio psicologico e le ombre di una scomparsa conclusasi nel modo più tragico. La ragazza, diciannovenne, nata a Roma e poi cresciuta a Fondi dopo l’adozione all’età di sei anni, è stata ritrovata senza vita in un cortile condominiale di via Paruta, alla periferia di Milano. Il suo corpo giaceva all’interno dell’area interna del complesso, in un punto non immediatamente visibile dalla strada, circostanza che ha reso ancora più difficoltosi i primi accertamenti. Aurora aveva intrapreso un percorso scolastico di alto livello: si era diplomata all’istituto tecnico Pacinotti di Fondi e si era poi iscritta alla facoltà di Chimica, dimostrando una marcata inclinazione per le materie scientifiche. Dietro a questo quadro di apparente normalità emerge però, dagli elementi raccolti, una dimensione interiore più tormentata, di cui lei stessa lasciava tracce sui propri profili social. Il divario tra l’immagine di studentessa modello e i contenuti critici pubblicati online rappresenta oggi uno dei punti centrali per comprendere il contesto in cui si è consumato il dramma.
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Il mistero della morte di Aurora
Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, la presenza di Aurora a Milano non era episodica: il capoluogo lombardo era per lei una meta abituale, un luogo di fuga dal quotidiano e, allo stesso tempo, motivo di preoccupazione costante per la famiglia. Proprio a Milano si è interrotto definitivamente il suo percorso, in un arco temporale che va dall’ultima telefonata ai genitori fino al ritrovamento del cadavere, avvenuto giorni dopo l’ingresso nel cortile di via Paruta.
La vicenda si colloca all’incrocio tra dinamiche familiari delicate, l’uso intenso dei social network e l’ipotesi di frequentazioni a rischio in un grande centro urbano. Le autorità giudiziarie e le forze dell’ordine stanno lavorando per chiarire se dietro la morte della giovane vi sia un gesto autolesivo maturato nel tempo o se qualcun altro abbia avuto un ruolo, diretto o indiretto, in quello che è accaduto nella notte tra il 28 e il 29 dicembre.

La scomparsa di Aurora e l’ultima telefonata ai genitori
Il rapporto tra Aurora e la famiglia adottiva si interrompe bruscamente sul piano dei contatti alla fine di novembre. Il 26 novembre si registra infatti l’ultima telefonata documentata con i genitori: in quell’occasione la ragazza rassicura di stare bene, ma precisa con decisione che non ha intenzione di fare ritorno a casa. A differenza di altri allontanamenti spontanei, che in passato si erano risolti nel giro di pochi giorni, questa volta il silenzio successivo appare da subito anomalo e più inquietante. Il padre, Ferdinando Livoli, odontotecnico conosciuto nel territorio di Fondi, dopo aver atteso invano notizie della figlia decide di rivolgersi alle autorità. Il 10 dicembre formalizza la denuncia di scomparsa, manifestando il timore che Aurora possa essersi inserita in contesti problematici o pericolosi nel capoluogo lombardo. L’allarme nasce anche da alcune informazioni raccolte in famiglia, secondo cui la giovane avrebbe maturato una sorta di legame con Milano, vissuta come città di riferimento e di fuga.
Nel periodo successivo alla denuncia, la famiglia valuta anche la possibilità di incaricare un investigatore privato per sostenere le ricerche parallele a quelle ufficiali, nel tentativo di rintracciare la ragazza e offrirle un percorso di supporto psicologico e specialistico. Le iniziative progettate, tuttavia, vengono travolte dagli eventi: il ritrovamento del corpo nel cortile di via Paruta interrompe ogni possibile intervento preventivo e apre la fase drammatica del riconoscimento e delle indagini. L’assenza di contatti da fine novembre alla fine di dicembre costituisce oggi un segmento temporale cruciale per gli inquirenti, che cercano di ricostruire ogni movimento della giovane, dalle persone incontrate ai luoghi frequentati. In questo lasso di tempo si collocano anche gli ultimi contenuti postati sui social, considerati rilevanti per comprendere lo stato emotivo della ragazza e i possibili segnali di allarme.
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