
Il mare era calmo, la spiaggia piena di famiglie e turisti e nessuno avrebbe immaginato quello che stava per succedere. Un pomeriggio d’agosto come tanti, fino a quando un grido ha spezzato il rumore delle onde. Da quel momento, il tempo a Cavallino Treporti si è fermato: un bambino di sei anni era scomparso in acqua. Dieci ore di ricerche frenetiche, un’intera comunità con il fiato sospeso, e poi la scoperta che nessuno avrebbe voluto fare. Ora, mentre sulla spiaggia restano fiori, conchiglie e lumini, la famiglia — annientata dal dolore — ha rotto il silenzio, e la voce della madre, ancora spezzata, racconta l’impotenza di quel momento.
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Tragedia in mare a Cavallino Treporti
Lunedì pomeriggio, Carlo Panizzo era arrivato insieme alla madre, da Roncade in provincia di Treviso, per una giornata di sole sulla spiaggia libera di Ca’ Pasquali. Il tempo di piantare l’ombrellone e stendere gli asciugamani, e il bambino, con il suo costumino giallo, era già corso verso il mare. In una frazione di secondo, il suo profilo si è perso tra le onde basse, vicino alla diga frangiflutti.
È stato allora che la spiaggia si è trasformata in un’enorme squadra di soccorso improvvisata: bagnanti e turisti, molti dei quali non si conoscevano, si sono presi per mano formando una catena umana per “passare al setaccio” i primi metri di fondale. Ma le ricerche, iniziate subito, non hanno dato esito.
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La lunga notte delle ricerche
Con il calare della sera, i mezzi di soccorso hanno invaso il litorale: motovedette, gommoni, pattuglie a terra, due elicotteri — uno dei vigili del fuoco e uno della polizia — e i sommozzatori. È stato utilizzato anche un sonar capace di individuare corpi sul fondo. Secondo quanto riporta il Corriere del Veneto, «fino all’ultimo momento abbiamo sperato di trovarlo ancora vivo — ha raccontato il comandante dei vigili del fuoco di Venezia, Carlo Metelli — nessuno resta insensibile, c’è sempre una speranza nell’anima».
Sulla spiaggia, intanto, decine di persone hanno vegliato con candele accese e preghiere. Poco dopo le 2.40 della notte tra lunedì e martedì, il sonar ha individuato il corpo del piccolo Carlo: si trovava a circa 100 metri dalla riva e a due metri di profondità, proprio accanto alla scogliera.
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