Il passaggio decisivo della Cassazione
La ricostruzione offerta da Simonetta Matone mette in luce un dettaglio poco noto ma cruciale. Dopo la requisitoria di Cedrangolo, la Corte di Cassazione non si espresse mai in maniera diretta e definitiva sulla colpevolezza dell’imputato. Al contrario, scrisse una frase destinata a pesare enormemente:
“A questo punto non ci sono elementi pieni per arrivare a una declaratoria di responsabilità di Stasi, quindi cercate meglio”.
Un’affermazione che, secondo Matone, avrebbe cambiato il corso della vicenda. Non una condanna diretta, ma un’indicazione forte agli inquirenti di proseguire le indagini e cercare nuove prove.
Leggi anche: “Chi l’ha rapita”. Emanuela Orlandi, le nuove rivelazioni shock
Garlasco, il giudice che chiese di assolvere Stasi
— Zona Bianca (@zona_bianca) September 10, 2025
A #zonabianca l'opinione di Simonetta Matone della Lega. pic.twitter.com/atZMND5lPn
“Ecco come Stasi è stato incastrato”
È proprio qui che, secondo Matone, si trova il momento in cui Stasi sarebbe stato “incastrato”. Non da una prova diretta e inconfutabile, ma da un orientamento della Cassazione che aprì la strada a ulteriori sviluppi processuali.
“È un passaggio processuale gravissimo” ha commentato la magistrata, sottolineando come questa sfumatura giuridica sia stata determinante nel portare l’ex studente bocconiano alla condanna definitiva.