Nicolò Filippucci rinuncia alla maglia del Serale
A pochi giorni dall’assegnazione della maglia del Serale da parte di Anna Pettinelli, Nicolò Filippucci ha sorpreso tutti chiedendo di rinunciarvi. “Alla luce della proposta della maestra Celentano che è stata approvata, vorrei che venisse applicato anche a me lo stesso criterio di giudizio che riceveranno gli altri”, ha spiegato il cantante. Con questa decisione, Nicolò ha espresso il desiderio di essere valutato secondo le nuove regole, mettendosi in gioco senza alcun trattamento di favore.
Una scelta che ha diviso il pubblico e lo stesso corpo docenti. Se da un lato in molti hanno apprezzato il suo gesto di correttezza e trasparenza, dall’altro alcuni hanno sollevato dubbi sulla necessità di una tale decisione, considerando che la sua maglia era stata assegnata secondo il regolamento in vigore al momento. (continua dopo il video)
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Le reazioni dei professori e del pubblico
Il gesto di Nicolò non è passato inosservato tra i professori. Anna Pettinelli, che aveva scelto di premiarlo con la maglia del Serale, ha espresso una certa perplessità sulla sua scelta, pur rispettandone la volontà. Al contrario, la Celentano ha accolto positivamente la decisione del cantante, vedendola come un passo verso una maggiore equità nella selezione degli allievi. Anche tra il pubblico il dibattito è acceso. Sui social molti fan hanno elogiato Nicolò per la sua onestà, sottolineando il valore del suo gesto in un contesto competitivo come Amici. Altri, però, hanno criticato la scelta, ritenendola superflua o addirittura dannosa per il suo percorso nel programma.
Con questa modifica al regolamento, tutti gli allievi dovranno ottenere il consenso unanime dei tre professori di categoria per accedere al Serale. Questo significa che il percorso si fa ancora più arduo, soprattutto per coloro che non godono della piena approvazione da parte della giuria. Se da un lato questa regola garantisce maggiore equità, dall’altro potrebbe rendere più difficile il passaggio al Serale per alcuni concorrenti, rischiando di escludere anche talenti promettenti che magari non incontrano il gusto di uno dei professori.