
News TV. Nell’ultima puntata di Filorosso, trasmessa lunedì 4 agosto, la criminologa e psicologa Flaminia Bolzan ha esaminato in dettaglio il caso dell’omicidio di Chiara Poggi. La sua analisi si è focalizzata sul referto autoptico del 2007, redatto dal medico legale dottor Ballardini. Bolzan ha evidenziato che la questione centrale resta la discrepanza sull’orario della morte: secondo il medico legale, il decesso sarebbe avvenuto tra le 10:30 e le 12:00, con una stima più precisa tra le 11:00 e le 11:30. In questo breve intervallo temporale, la vittima sarebbe stata colpita con estrema rapidità e violenza.
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Lesioni riscontrate e dinamica dell’aggressione
Secondo Bolzan, il referto autoptico indica chiaramente che tutte le ferite presentavano caratteri di vitalità, ovvero sono state inflitte quando Chiara era ancora in vita e il sistema circolatorio era attivo. Le lesioni mortali erano concentrate sul volto e sulla zona ovale del cranio. In particolare, un colpo violento nella regione parieto-occipitale sinistra, probabilmente inferto con un oggetto contundente di dimensioni notevoli e dall’alto verso il basso, sarebbe stato sufficiente a causare la morte.
Secondo Bolzan, l’intensità dell’attacco e l’angolazione del colpo potrebbero indicare una dinamica non impulsiva, ma nemmeno troppo premeditata, almeno nella scelta dello strumento usato. Una violenza brutale, concentrata in pochi istanti.

Nessun segno di difesa: una vittima colta alla sprovvista
Uno degli elementi che più colpiscono l’attenzione degli esperti è la totale assenza di ferite da difesa. Chiara Poggi non ha tentato di proteggersi, non ha alzato le braccia, non ha lottato. Tutto ciò lascia supporre che sia stata sorpresa all’improvviso, forse da una persona che non percepiva come una minaccia.
Un altro dato inquietante riguarda la sequenza delle ferite: tutte presentano i segni tipici di un sistema circolatorio ancora attivo, rendendo impossibile stabilire l’ordine preciso in cui sono state inflitte. Questo dettaglio, apparentemente tecnico, lascia invece aperte numerose ipotesi sulla ricostruzione temporale dell’aggressione.
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