I dubbi e la depressione
Una volta lasciato il programma Andrea ha finito il liceo, diplomandosi con il massimo dei voti. Da quel momento la strada è stata tutta in salita. “Dopo la maturità non sapevo minimamente cosa fare. Vuoi o non vuoi, la fama ti cambia. – dice il ragazzo ricordando quegli anni- Ero un cretino, non avevo la testa e non mi sapevo regolare. Tentai il test per entrare al Politecnico di Milano e lo passai, però durai un mese. Non avevo voglia di fare niente, è brutto da dire, lo so. Tornai a casa e provai con Scienze della Comunicazione a Perugia. Pure in questo caso smisi anzitempo. Morale della favola: rimasi fermo un anno e, dopo dodici mesi passati a non fare niente, scelsi il corso triennale di Matematica a Firenze“, e nel frattempo fece anche coming out perché “non mi sono fatto mancare niente“
“Mi ero montato la testa, me la tiravo da morire. Se incontrassi l’Andrea 18enne lo prenderei a sberle. Sono andato a sbattere contro una realtà allucinante. Ebbi un picco altissimo, a cui seguì lo strapiombo e la depressione. Ti ritrovi da solo, senza sapere cosa fare del tuo futuro, mentre i tuoi coetanei, al contrario, lo sanno benissimo», ha rivelato Andrea che dopo il successo da L’Eredità non ha più visto una puntata del game show perché «mi faceva un effetto strano. Ero stato campione con determinate regole e con un altro conduttore. Non la sentivo più mia” (continua dopo la foto)
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La rivelazione su Fabrizio Frizzi
Durante la sua ultima puntata, il 16 marzo del 2018, Andrea Saccone abbracciò Fabrizio Frizzi. Il conduttore gli disse: “Ora torna alla tua vita normale. Questa è stata una bella parentesi, ma alla fine è solo un gioco. Adesso dedicati agli obiettivi importanti per la tua vita“. Dieci giorni dopo, Frizzi morì e quell’abbraccio rimase impresso nel pubblico negli anni a seguire. “So che ogni 26 marzo il mio profilo Instagram verrà invaso di segnalazioni. Mi va bene, ma non è il mio chiodo fisso. Preferisco celebrare quello che feci io. È ovvio che si ricordi la sua figura, la sua triste e prematura fine, ma mi sono ritrovato spesso a dover rispondere esclusivamente a domande su Frizzi; le signore mi fermavano per strada per parlare di lui. Farlo di continuo mi ha dato la sensazione di sfruttare un morto. È stato difficile gestire quella fase“, conclude il giovane.