Distanze, incomprensioni e quella ferita mai rimarginata
Con il passare degli anni, le strade di Gloria Guida e Alvaro Vitali si sono divise. “Poi ognuno ha preso la propria strada”, dice con sincerità. “Non ci si frequentava più molto”. Una distanza che, come spesso accade, ha portato con sé incomprensioni e silenzi, forse mai chiariti del tutto. Ma non c’è traccia di rancore nelle sue parole, solo malinconia per un mondo che non c’è più.
Dietro ai sorrisi e alle gag rimane però una ferita più profonda, quella di una generazione che il cinema ha lentamente messo da parte. “Alvaro si lamentava delle mancate proposte di lavoro”, rivela Gloria, lasciando emergere un dolore spesso taciuto. “Anche io ho vissuto momenti simili. Non è facile quando tutto cambia, e nessuno ti chiama più”.
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“Era bello fare cinema in quegli anni”: il rimpianto di un’epoca
Nonostante tutto, gli occhi della Guida si illuminano quando rievoca quei giorni. “Era proprio bello fare cinema in quei periodi”, dichiara, lasciandosi andare a una nota di nostalgia. C’era entusiasmo, c’era leggerezza, c’era passione. “Ogni giorno era un’avventura”, dice, come se volesse rivivere anche solo per un attimo quell’atmosfera irripetibile.
Il ricordo di Alvaro Vitali, filtrato dallo sguardo affettuoso di chi lo ha conosciuto davvero, va oltre la maschera comica. È l’immagine di un uomo pieno di ironia, affetto e professionalità, che ha vissuto il suo mestiere con dedizione e autenticità. E anche se il pubblico oggi piange la scomparsa di Pierino, resta vivo il ritratto di un artista vero, capace di lasciare un’impronta sincera nella storia del nostro cinema.
