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Lino Banfi, lieto annuncio dopo la bufera con Facebook

Personaggi TV. Lino Banfi è uno degli attori più amati dal pubblico italiano. È nato il 9 luglio 1936 (87 anni) ad Andria in Puglia. La sua carriera nel spettacolo ha riscontrato molte difficoltà all’inizio. Ha avuto tanti problemi economici e più volte ha dormito per strada o nelle stazioni. Dopo vari spettacoli a teatro il suo esordio nel cinema risale al 1960 col film Urlatori alla sbarra, in cui fece una breve apparizione, poi ha avuto altre piccole parti in vari film che a poco a poco lo hanno fatto conoscere. Il successo è arrivato nel 1973 dove recita come protagonista nel film Il brigadiere Pasquale Zagaria ama la mamma e la polizia. (continua)

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Cancellata la pagina Facebook dedicata all’attore

In questi giorni Lino Barfi è finito tra le polemiche social, dopo che la pagina “Noi che Amiamo Lino Banfi” seguita da migliaia di fan, era stata disabilitata per alcune battute ritenute “contrarie agli standard della community in materia di istigazione alla violenza“. Così ieri, su Il Corriere della Sera, viene pubblicata una lettera di Banfi in cui si mostra amareggiato e deluso per la “censura” della pagina: “Cosa ho fatto io a Mister Mark Zuckerberg e ai suoi algoritmi? Ci ho messo più di 60 anni per far parlare il mio linguaggio a tutti, mi chiamano Maestro, mi danno i premi alla carriera e questo mi spegne tutto! Ma come si permette ‘sto arcimiliardario maledetto che chi chezzo lo conosce?“.

Da circa sette anni esiste un gruppo Facebook che si chiama «Noi che amiamo Lino Banfi» ideato e coordinato da Calogero Vignera. E sono davvero tante le persone di tre generazioni e di inizio di una quarta, che fanno e pubblicano cose bellissime in mio onore – il buon Calogero potrebbe ben dettagliare – e cosa succede? Si iscrivono decine di migliaia di fan di tutte le età e zac, arriva il signor Zuckerberg che ordina ai suoi algoritmi italiani: «Chiudete subito Banfi!“, ha incalzato Lino difendendo tutto ciò che ha costruito in tutti i suoi anni di carriera. (continua dopo la foto)

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Lino Banfi

Il lieto fine di Lino Banfi

L’attore pugliese non ha mai nascosto le sue origini e con orgoglio ha portato avanti il suo “linguaggio banfiota” fatto di esclamazioni come “Porca putténa o disgrazieto maledetto” entrato nella tradizione cinematografica italiana, ma evidentemente sgradito al social network, dato che Facebook ha pensato bene di eliminare la pagina dedicata a Banfi. Ma tutto bene quel che finisce bene, il giorno dopo della protesta di Banfi, Meta ha ammesso l’errore: le frasi e i video pubblicati e contestati dal loro algoritmo non sono dunque “contrari agli standard della community in materia di istigazione alla violenza” o di “incitamento all’odio” o in contrasto al divieto di pubblicare scene di nudo, come dichiarano gli avvisi mandati nel tempo dalla tecnologia, alla pagina Facebook.

Grande, anche la soddisfazione di Gerry Italia (Calogero Vignera), 39enne agrigentino trasferito a Padova, creatore e amministratore della pagina in questione: “Il politicamente corretto ha rotto un po’ le “pelle”. Ma perché una battuta di Lino Banfi deve per forza offendere o discriminare qualcuno?” dice oggi l’amministratore di Noi che amiamo Lino Banfi che dal 2017 ha ricevuto una quindicina di avvisi di violazione della politica di moderazione dei contenuti a cui lui ha sempre risposto precisando che si trattava di battute di film. “Una scena di “Vieni avanti Cretino” con Michela Miti si denuda è stata etichettata come pornografica ma è ridicolo!“, ha aggiunto: “Un algoritmo non è in grado di analizzare il contesto ne di capire le sfumature e invece ha stabilito che Banfi, maestro della comicità, è un personaggio “cattivo” e pericoloso“.

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