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Mauro Corona, confessione da brividi sul padre: cosa ha dovuto subire

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Personaggi Tv. Mauro Corona intervista. Lo scultore e ospite fisso di “Cartabianca” ha rilasciato una lunga intervista al Corriere della Sera, nella quale ha parlato, oltre che della sua carriera, anche della sua vita privata. Corona ha fatto una confessione da brividi sul padre. Il rapporto con il genitore non è mai stato idilliaco e lo scultore ha raccontato cosa ha dovuto subire quando era più piccolo. (Continua…)

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L’intervista a Mauro Corona

Mauro Corona, scultore, alpinista e ospite fisso di “Cartabianca”, ha rilasciato una lunga intervista al “Corriere della Sera”. Corona ha parlato della sua carriera, ma soprattutto della sua vita privata, rilasciando confessioni inedite. “Io la fame vera l’ho conosciuta, mica come quelli che oggi scrivono di montagna solo dopo averci fatto due passi” – dice Corona – “Io lo so che cosa significa spaccare la legna, pascolare le capre. A tredici anni facevo questo e forse la fatica era meglio del dolore che c’era in casa“. Corona ha raccontato anche di essere stato “abbandonato” dalla madre dopo la nascita del secondo fratello: “Loro (riferito ai genitori ndr.) litigavano tutti i giorni, bevevano e un giorno si addormentarono ubriachi per non svegliarsi mai più“. Un’infanzia sicuramente difficile quella di Corona. Solo la scrittura e la passione per la montagna hanno portato un po’ di sole nella sua vita: “Mia madre se n’era andata ma ci aveva lasciato una libreria piena di romanzi come Don Chisciotte o I Miserabili. Cominciai a leggere: mi sembrava, così, di averla ancora con me“. (Continua dopo la foto…)

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Il rapporto con il padre

Nella lunga intervista rilasciata al Corriere della Sera, Mauro Corona ha parlato anche del difficile rapporto con il padre. Lo scultore e alpinista ha mostrato al giornalista un taglio sulla mano: “Non è stata la montagna, bensì mio padre con un coltello. Dio l’abbia in gloria“. Il genitore non apprezzava nemmeno la professione intrapresa dal figlio, tanto che, quando Corona scrisse il suo primo libro, “Il volo della martora”, lui lo gettò nel fuoco e gli disse: “Vai a lavorare, cretino“. Corona poi aggiunge: “Un milione e mezzo di copie, fece quel libro. Ma per lui era niente“.

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