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Saverio Costanzo, il drammatico annuncio sul padre Maurizio: cos’ha fatto

Personaggi TV. Saverio Costanzo é tornato in gara alla Mostra del Cinema di Venezia con “Finalmente l’Alba”, film che arriverà nelle sale il 14 dicembre. Saverio è il figlio di Maurizio Costanzo, scomparso lo scorso 24 febbraio. L’uomo non ha mai parlato apertamente del padre, ma in occasione della presentazione del film, ha rivolto a lui una dedica di qualche secondo che ha emozionato il pubblico.

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Saverio Costanzo, il drammatico annuncio sul padre Maurizio

Saverio Costanzo prima della proiezione del suo film “Finalmente l’Alba” al Festival del Cinema di Venezia ha annunciato di voler dedicare al padre Maurizio, morto ad 84 anni, la sua pellicola e per l’occasione ha detto: “Non ho mai parlato di lui, c’è il pubblico e c’è il privato. La dedica è il minimo che potessi fare”. Ad aver apprezzato “Finalmente l’alba” anche Alessandro Benetton“Ho trovato straordinari musica, fotografia e scenografie del film. Davvero emozionante”, ha dichiarato all’AdnKronos l’imprenditore, presidente di 21 Invest, intervistato subito dopo la proiezione. (continua dopo la foto)

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Saverio Costanzo

Finalmente l’alba di Saverio Costanzo

Saverio Costanzo, è nato dal matrimonio di Maurizio Costanzo con Flaminia Morandi. Il suo film è un kolossal da 28 milioni di euro, un budget inusuale per un’opera italiana e un cast internazionale con Lily James e Willem Dafoe, la giovane protagonista Rebecca Antonaci, Alba Rohrwacher nei panni di Alida Valli, e ancora Sofia Panizzi, Joe Keery, Rachel Sennott Michele Bravi. Il film racconta la storia di Mimosa, una giovane romana degli anni ’50 che viene “rapita” da una star dell’epoca e si ritrovata catapultata nel cuore della Hollywood sul Tevere. “Sono una persona del Novecento – ha spiegato Saverio Costanzo – per me il cinema è ancora centrale, niente ha più fuoco, spinta propulsiva come le immagini in una sala buia, guardare i film è un’esperienza formativa, un insegnamento che ci cambia, ci porta lontano.

Non so se per un giovane è così, per i miei figli lo è, ma secondo me affascinante come il cinema non c’è altro, una passione focosa”. “Sono partito dal caso Montesi, da quella foto di quel corpo a faccia in giù abusato, così simile a tante tragedie degli stupri e dei femminicidi di oggi, perché diciamolo in Italia per una donna la vita non è facile per niente proprio, culturalmente. E mi sono immaginato che un’aspirante attrice come era stata Wilma avesse quello stesso sogno e da lì è partito tutto il racconto, che incrocia quella storia di cronaca, quel caso mediatico, per seguire in parallelo Mimosa, il simbolo di ingenuità, di purezza, di semplicità che in un giorno e una notte cambia ma senza perdersi e alla fine esce come una leonessa”, ha specificato sempre Costanzo.

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