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Tomaso Trussardi, il lutto che gli ha sconvolto la vita

Un lutto ha segnato per sempre la vita di Tomaso Trussardi. Un tragico evento avvenuto quando lui aveva 18 anni. Da allora è passato molto tempo, il ricco imprenditore ha cercato di metabolizzare, ma la ferita sembra insanabile. Si tratta di un lutto difficile da sopportare. Tomaso ha perso un pezzo importante della sua vita, che mai nessuno potrà riportare indietro. (Continua dopo la foto…)

Chi è

Tomaso Trussardi è un ricco imprenditore, nato il 6 aprile 1983 a Bergamo e divenuto famoso per la storia d’amore con la conduttrice televisiva Michelle Hunziker. Egli è erede di una delle case di moda più famose d’Italia, fondata dal nonno Dante nel 1911. È figlio di Marialuisa Gavazzeni, docente di Economia a “La Sapienza”, e di Nicola Trussardi, morto nel 1999 durante un incidente automobilistico. Oltre alla perdita del padre, Trussardi ha dovuto affrontare un altro terribile lutto. Il tragico evento si è verificato quando lui aveva 18 anni. Da allora Tomaso convive con un’assenza molto dolorosa. Si tratta di un lutto difficile da digerire, un po’ come quello del caro papà. Di recente, in un’intervista a “Verissimo”, si è lasciato andare ad una triste confessione. Di seguito vi riportiamo le sue dichiarazioni. (Continua dopo la foto…)

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Tomaso Trussardi, il dolore per la morte del fratello

Nel corso della sua vita, Tomaso Trussardi ha subito due lutti molto dolorosi. L’imprenditore ha perso il padre quando aveva 15 anni e tre anni dopo un altro dramma ha sconvolto la sua vita. Trussardi, infatti, ha perso anche il fratello maggiore, Francesco, che all’epoca aveva appena 27 anni. Anche lui è morto in un incidente stradale con la sua Ferrari, proprio come il papà. In un’intervista rilasciata a “Verissimo”, Trussardi ha confessato di aver imparato a convivere con questo tipo di ferite del cuore che, probabilmente, non si rimargineranno mai. “Mi manca non aver conosciuto la persona, perché quando se ne è andato avevo solo 15 anni” – ha dichiarato l’imprenditore – “L’ho vissuto più come una figura genitoriale, che ami e che ti dà delle regole che cerchi di interpretare”.

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