
Non è solo una questione di vittorie e trofei. Dietro la figura grintosa di Antonio Conte, uno degli allenatori più vincenti e determinati del calcio europeo, c’è un uomo che fa i conti con i sacrifici imposti dal suo mestiere. Nelle sue parole, rilasciate in un’intervista al Corriere della Sera, emergono i risvolti più intimi della sua vita: il rapporto con la figlia Vittoria, l’importanza della famiglia, la consapevolezza che, per ogni successo sul campo, c’è sempre un prezzo personale da pagare. Ma anche una riflessione profonda sul valore dell’educazione e del denaro, in un mondo in cui questi concetti sembrano sfumare sempre più.
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Dagli esordi all’ultimo successo dello scudetto
Antonio Conte, leccese di nascita, ha iniziato a calcare i campi da calcio con la squadra della sua città, il Lecce, conquistando la Serie A proprio con quei colori che lo hanno cresciuto come uomo e come sportivo. Da lì, una carriera che lo ha portato prima a vestire la maglia della Juventus come calciatore e capitano, e poi a intraprendere la strada dell’allenatore. Una svolta che gli ha regalato una serie di successi straordinari, in Italia e all’estero. Oggi guida il Napoli, club che ha accettato di allenare in un momento delicato della sua storia.
Una vera e propria sfida che ha trasformato in un trionfo: lo scudetto conquistato con la squadra partenopea è l’ennesima dimostrazione della sua capacità di motivare e costruire gruppi vincenti. Ma ora per Conte è arrivato un momento importante di decisioni. Come racconta con onestà nell’intervista, ogni tappa della sua carriera comporta scelte che devono essere pesate con attenzione. Fare un bilancio è inevitabile: «Per ogni cosa c’è un prezzo da pagare», osserva, consapevole che per restare tra i grandi professionisti che fanno davvero la differenza servono sacrificio e dedizione, accettandone anche il rovescio della medaglia.

Antonio Conte,
— ᵍ 💙🏆 (@offmysel) June 19, 2025
the Coach of the Year 🔹 pic.twitter.com/VKsegRd3yV
Napoli e la scelta di restare
Dopo una stagione straordinaria alla guida del Napoli, culminata con la vittoria del campionato, in molti lo davano in partenza. Ma è arrivata la conferma, a sorpresa: «Resto!». Una decisione che Conte rivendica con forza, chiarendo che il benessere della famiglia nella città partenopea è un fattore importante, ma non determinante: «Mia moglie, mia figlia stanno molto bene a Napoli ed è un dato di fatto. Ma poi sono io che devo allenare tutti i giorni una squadra, loro non c’entrano nulla». Le sue parole rivelano quanto la passione per il calcio e la responsabilità professionale restino centrali nella sua vita. Tuttavia, il ct non ha voluto nascondere una considerazione sugli effetti inevitabili del suo grande impegno per il lavoro: una confessione dal retrogusto di rimpianto che fa riflettere gli ammiratori.
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