
Dal 1° ottobre 2025, più di un milione di veicoli diesel Euro 5 non potranno più circolare nei territori del nord Italia. Questo blocco è stato sancito dal decreto 121 del 2023 per ridurre l’inquinamento atmosferico nel Bacino Padano, una delle aree più inquinate d’Europa, e per rispondere alle direttive dell’Unione Europea. Le regioni coinvolte sono Lombardia, Piemonte, Veneto ed Emilia-Romagna, dove il divieto sarà attivo dal lunedì al venerdì, dalle 8:30 alle 18:30, fino al 15 aprile 2026. Gli automobilisti possono verificare la classificazione del loro veicolo controllando il libretto di circolazione alla voce V.9.
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I numeri del blocco: milioni di cittadini coinvolti
Le ripercussioni di questa normativa sono ampie e colpiscono un vasto numero di cittadini. Nel Piemonte, il provvedimento interesserà circa 250 mila veicoli, costituendo l’8% del parco auto regionale, mentre in Veneto le auto coinvolte saranno oltre 350 mila. Anche in Lombardia, città importanti come Milano, Bergamo e Brescia subiranno restrizioni significative. Dal 1° settembre 2026, la durata del divieto sarà ulteriormente estesa, iniziando un mese prima, a testimonianza della crescente preoccupazione per la qualità dell’aria.
La situazione del parco auto italiano è critica: secondo i dati dell’Aci, l’età media dei veicoli è di 13 anni, con il 44,5% delle auto appartenenti alle categorie Euro 4 o inferiori. Di queste, il 10,3% rientra nelle classi Euro 0-1, le più inquinanti. Questo evidenzia la necessità di una rapida modernizzazione del parco auto per ridurre l’impatto ambientale del settore dei trasporti.
Parco auto obsoleta: l’erà media delle vetture italiane preoccupa
Il Governo italiano, attraverso il ministro Matteo Salvini, sta considerando la possibilità di un emendamento per sospendere il blocco, criticando il Green Deal europeo. Secondo Salvini, è il mercato che dovrebbe determinare le scelte dei consumatori, non le normative. Questo dibattito riflette le tensioni tra sostenibilità ambientale e le pressioni economiche e sociali, sollevando interrogativi su come bilanciare le necessità di tutela ambientale con quelle della società.
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