Il noto virologo Matteo Bassetti aggredito insieme alla moglie in pieno centro mentre prendeva del sushi da portare a suo figlio ricoverato in ospedale. Il famoso dottore ha raccontato l’episodio prima sui suoi canali social e poi in un’intervista all’AdnKronos. Un gesto da condannare assolutamente, ma non è la prima volta che succede a Bassetti. Il virologo è stato spesso oggetto di minacce da parte dei cosiddetti “no-vax”. (Continua dopo la foto…)
Chi è Matteo Bassetti
Matteo Bassetti è il direttore della clinica malattie infettive del San Martino di Genova ed è anche un noto ricercatore e infettivologo. Sin dall’inizio della pandemia di Covid-19 è uno dei medici in prima linea nella lotta al temutissimo virus. Egli è divenuto famoso proprio grazie alle innumerevoli ospitate televisive, in cui ha tenuto informati gli italiani circa la situazione epidemiologica del nostro paese.
In questi due anni, il noto virologo ha attirato simpatie e antipatie. La maggior parte delle critiche provengono dai cosiddetti “no-vax”, ovvero quelle persone contrarie alla somministrazione del vaccino contro il virus. Bassetti ha ricevuto anche numerose minacce, sia sui social che dal vivo. Il medico, però, non ha mai perso la sua professionalità, continuando a difendere l’uso del vaccino. (Continua dopo la foto…)
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Matteo Bassetti aggredito insieme alla moglie
Un grave episodio ha visto purtroppo protagonisti Matteo Bassetti e la moglie. I due sono stati aggrediti in pieno centro mentre prendevano del sushi da portare al figlio ricoverato in ospedale. Bassetti ha denunciato l’accaduto prima sui social e poi in un’intervista all’AdnKronos. “L’Italia è un Paese pieno di imbecilli” – ha esclamato il direttore della Clinica di malattie infettive del San Martino di Genova – “Io e mia moglie stavamo aspettando in questo locale che ci preparassero del sushi da portare a nostro figlio, ricoverato in ospedale dopo un intervento. Per questo ci eravamo seduti un attimo a bere una cosa, era anche un momento di debolezza e quando questi studenti si sono avvicinati urlandomi di andar via da Genova, perché la mia città non mi vuole, è stato brutto. Un momento di una bassezza rara, che peggio non poteva coincidere con i due anni dall’inizio della pandemia”.
Bassetti ha poi proseguito: “Ad avvicinarci un gruppo di studenti, gente che dovrebbe studiare e che invece passa la vita, da cinquanta sabati a questa parte, in piazza a gridare e a insultare il prossimo. C’è un clima inaccettabile e ci sono responsabilità enormi, secondo me, anche da parte della magistratura. Mi auguro che qualcosa facciano gli inquirenti, perché se a questa gente sarà fatto un processo tra cinque anni non servirà a nulla. Ci vogliono dei processi rapidi con pene esemplari. Un Paese civile è un Paese che sa far rispettare la legge per tutti, non solo per qualcuno: di qualunque colore politico”.