Calcio italiano in lutto, addio all’amato campione Roberto Rigotto. Il grande calciatore professionista, stella del calcio anni sessanta, è scomparso venerdì 4 ottobre all’età di 82 anni. Vicentino, classe 1942, ha vestito le maglie di diverse squadre tra cui Atalanta, Livorno e Genoa. Dopo la notizia della sua morte, gli appassionati di calcio hanno espresso il loro cordoglio ripercorrendo i punti salienti della sua straordinaria carriera.(Continua a leggere dopo la foto…)
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Morto Roberto Rigotto, l’omaggio a una carriera luminosa
Attaccante di brillante talento, Roberto Rigotto crebbe nel Vicenza per poi militare in altre squadre italiane tra cui Rovereto, Solbiatese e Reggina. L’Fc Rovereto lo ha ricordato oggi con queste parole:“Grazie di tutto Roberto, la città della Quercia e tutti i tifosi delle zebrette non ti dimenticheranno”.
Nella Salernitana, che oggi gli rivolge un saluto, Rigotto giocò in terza serie tra il 1970 e il 1972, segnando 13 gol in 71 partite e sfiorando la promozione in Serie B nel 1971. Successivamente, il calciatore venne acquistato dalla Reggina, dove in due stagioni nel campionato cadetto segnò 22 reti, attirando l’attenzione di grandi club. Tra questi, l’Atalanta si assicurò il suo cartellino nell’estate del 1967, versando la cifra di 115 milioni di lire, una somma considerevole per l’epoca.
Dopo un anno con la maglia della Dea, passò al Livorno, dove realizzò 7 gol in Serie B, per poi trasferirsi al Genoa. Concluse la carriera con due stagioni alla Salernitana, terminando nel 1972. I tifosi dell’Atalanta lo ribattezzarono affettuosamente “Rigotto 115”, in riferimento all’importante cifra spesa per il suo acquisto.(Continua a leggere dopo la foto…)
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Rigotto, un talento cristallino
Rigotto fu un attaccante versatile, abile nel dribbling e uno dei migliori del suo tempo. Tra i momenti più importanti, raggiunse nel 1969 il traguardo delle 100 presenze in Serie B, dimostrando talento, costanza e autodisciplina. Nel corso della sua carriera, affrontò avversari di grande calibro, come Giacinto Facchetti, Tarcisio Burgnich, Sandro Mazzola e persino Pelé. In una recente intervista, il calciatore ha ripercorso le sue “imprese” ricordando anche dell’incontro sul campo con i più grandi campioni.
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