
Il parapendio rappresenta per molti appassionati una delle espressioni più estreme di libertà e contatto con la natura, un’esperienza che fonde tecnica, coraggio e rispetto per le forze del cielo. Tra i numerosi praticanti di questa disciplina, la figura di Giacomo Guidi emerge oggi come simbolo di una tragedia che ha scosso la comunità del volo libero. Un incidente, avvenuto nei pressi di Firenzuola sull’Appennino tosco-romagnolo, ha spezzato la vita di un giovane tecnico e sportivo molto stimato.
Affrontare il cielo in parapendio significa affidarsi all’abilità personale e a condizioni atmosferiche spesso mutevoli, dove anche l’esperienza non sempre basta a garantire la sicurezza. Il caso di Giacomo Guidi ricorda quanto ogni volo comporti rischi reali, soprattutto in aree caratterizzate da venti imprevedibili e terreni impervi come quelli dell’Appennino.
Leggi anche: Aurora, come è morta davvero: la sconvolgente scoperta sul corpo
Leggi anche: Tragedia in volo: elicottero governativo precipita, nessun sopravvissuto

Il dramma
Il tragico evento si è verificato durante una giornata apparentemente ideale per il volo, in compagnia di altri sportivi, trasformando in pochi istanti un momento di condivisione e passione in un dramma improvviso. Le indagini sono attualmente in corso per comprendere la dinamica esatta dell’accaduto e fare piena luce sull’incidente.
Giacomo Guidi, appena trentaseienne, aveva una consolidata esperienza nel parapendio e una profonda dedizione allo sport, elementi che rendono ancora più dolorosa la sua scomparsa. Il suo percorso personale e professionale, così come la sua passione per il volo, sono al centro della ricostruzione di questa vicenda che ha lasciato un segno indelebile nella comunità locale.
La dinamica dell’incidente e le prime ricostruzioni
Secondo le informazioni raccolte, il parapendio di Guidi avrebbe subito una chiusura improvvisa della vela, probabilmente causata da una turbolenza improvvisa generatasi durante il volo nei pressi del monte Carpinaccio, nella zona di Poggio Tignoso. L’uomo si trovava in compagnia di altri praticanti, che hanno assistito impotenti alla scena e hanno immediatamente dato l’allarme ai servizi di emergenza.
Le operazioni di soccorso hanno coinvolto il Soccorso Alpino e Speleologico della stazione di Rocca di Badolo, i Vigili del Fuoco di Firenze e Bologna, e i Carabinieri della zona. Nonostante la tempestività dei soccorsi, per Giacomo Guidi non c’è stato nulla da fare: i traumi riportati nella caduta sono risultati fatali.
Nei primi momenti successivi all’incidente, l’identità della vittima è rimasta sconosciuta poiché il giovane non aveva documenti con sé. Solo in seguito, grazie alle testimonianze degli amici e ai controlli effettuati dalle forze dell’ordine, è stato possibile identificare con certezza Guidi.
Scopriamo tutti i dettagli nella pagina successiva