Le dichiarazioni di Minardi e l’ombra di De Pedis
Il racconto di Minardi — che all’epoca era segnata da dipendenze e fragilità psicologica — fu inquietante. “De Pedis mi incaricò di portarmi al Gianicolo, dove sarebbe arrivato con il suo autista. Dopo poco giunse una Renault 5 con una ragazza a bordo. L’abbiamo fatta salire su una BMW e l’ho portata sulla via delle mille curve, consegnandola a un sacerdote che l’attendeva con una Mercedes scura”, riferì all’allora vice questore.
Secondo Minardi, il mandante del rapimento sarebbe stato Paul Marcinkus, all’epoca presidente dello Istituto per le Opere di Religione (lo IOR, la cosiddetta “banca vaticana”). Dichiarazioni gravissime, che il procuratore Giancarlo Capaldo valutò con attenzione durante la seconda inchiesta, chiusa nel 2015 con l’archiviazione, dopo aver emesso alcuni avvisi di garanzia verso membri della Banda della Magliana e la stessa Minardi per concorso in sequestro.
Petrocca, pur sottolineando che quelle parole provenivano da una donna “in condizioni di salute pessime”, non le ha liquidate come farneticazioni: “Non sono tutte da prendere per oro colato però ci sono delle cose”, ha detto davanti alla Bicamerale, lasciando intendere che alcuni elementi del racconto combaciavano con riscontri d’indagine.

L’amico di Emanuela e l’ombra dei pedinatori
Ma non fu solo la voce della Minardi a raggiungere Petrocca in quei mesi convulsi. Il 9 settembre 2008, in un verbale oggi riesaminato, Angelo Rotatori, amico di Emanuela e compagno del gruppo dell’Azione Cattolica, ricordò un episodio inquietante accaduto pochi giorni prima della scomparsa della ragazza.
“Quando uscimmo dal Vaticano ci furono due persone davanti a noi che ci guardavano… continuando a camminare per Porta Angelica notammo che queste due persone erano sempre dietro, con fare silenzioso… giungemmo poi davanti al Vaticano, di ritorno, ci girammo e non c’erano più”, disse allora agli inquirenti.
Durante la seconda inchiesta, davanti a un album fotografico con 18 volti, Rotatori riconobbe con “alta percentuale di sicurezza” Marco Sarnataro come uno dei due pedinatori. Sarnataro, uomo di fiducia di De Pedis, era stato già indicato dal padre Salvatore Sarnataro in una sorta di confessione resa prima di morire. Un tassello che sembrava avvalorare le parole di Minardi, rafforzando l’interesse degli inquirenti e che ha spinto la stessa Petrocca a chiedere di essere ascoltata dalla commissione che l’ha udita ieri.