
Il Mediterraneo, nelle ultime ore, è diventato un palcoscenico dove si intrecciano vento, onde e politica internazionale. L’attenzione globale si è rivolta alla Global Sumud Flotilla, la “missione” ideata e organizzata da una rete di attivisti con l’intento di portare aiuti umanitari a Gaza, territorio stretto nella morsa dell’esercito israeliano dall’ottobre 2023. Non si tratta soltanto di un viaggio in mare: l’impresa, che si propone di rompere il blocco navale di Israele per approdare alle coste palestinesi, ha catalizzato sguardi, speranze e polemiche. Tuttavia, l’iniziativa si è già imbattuta in una problematica che ha costretto ad un inaspettato dietro-front. Cosa è successo.

L’impresa della Sumud Flotilla per aiutare Gaza
Perché l’obiettivo dichiarato non è solo consegnare viveri, ma anche lanciare un grido simbolico alle istituzioni internazionali: un appello a interrompere una guerra che da mesi consuma vite e città. Una missione che, però, non tutti applaudono. C’è chi la definisce un gesto di coraggio e solidarietà, e chi invece la considera un’operazione ambiziosa quanto pericolosa, in contrasto con le linee diplomatiche e con i fragili equilibri tra stati. Nel mezzo, il mare, che si è rivelato il primo a frapporsi con la sua forza imprevista, costringendo la Flotilla a un ritorno anticipato e inaspettato al porto di partenza.
Dietro-front della nave di Greta Thunberg: l’impresa fermata dalla tempesta
La Global Sumud Flotilla, una coalizione senza precedenti di attivisti, flotte civili e personaggi di rilievo — fra cui Greta Thunberg, l’ex sindaca Ada Colau, l’attore Liam Cunningham, Susan Sarandon e altri — ha preso il largo da Barcellona il 31 agosto 2025, in quella che è stata definita la più vasta spedizione di questo tipo. Ma subito dopo la partenza, forti venti fino a 35 nodi, un mare insidioso e l’allerta meteo per la costa catalana hanno imposto un ritorno al porto.
Gli organizzatori hanno spiegato: “Abbiamo effettuato una prova in mare e poi siamo tornati in porto per lasciar passare la tempesta. Questo ha comportato un rinvio della partenza per evitare complicazioni con le barche più piccole.”. Al momento, non è stata comunicata una nuova data di partenza, anche se fonti vicine al gruppo parlano di ulteriori imbarcazioni in arrivo dalla Tunisia, dalla Sicilia e da altri porti mediterranei.
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