
Non c’è generazione cresciuta negli anni Ottanta che non lo ricordi. Il suo sorriso ironico, la battuta pronta, quella leggerezza tipica della Milano di Jannacci e Abatantuono: Mauro Di Francesco è stato molto più di un attore comico, è stato un pezzo di storia del cinema popolare italiano. Nelle ultime ore è arrivata la notizia della sua scomparsa a 74 anni, avvenuta in un ospedale dove era ricoverato da circa un mese. A stroncarlo, secondo le prime informazioni, sarebbero state gravi complicazioni di salute.
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Le condizioni di salute e il lungo percorso dopo il trapianto
Da tempo le condizioni di salute di Mauro Di Francesco erano considerate delicate. L’attore, originario di Milano, aveva affrontato un trapianto di fegato circa vent’anni fa, intervento che gli aveva permesso di prolungare la sua carriera ma che aveva segnato profondamente la sua vita. Nonostante le difficoltà, non aveva mai perso la voglia di sorridere e di raccontare storie con la sua ironia inconfondibile.
Negli ultimi mesi, però, il suo fisico non aveva più retto. Ricoverato per un aggravamento improvviso, si è spento nella notte, lasciando un vuoto profondo nel mondo dello spettacolo.
Dalla Milano teatrale al successo sul grande schermo
Nato nel 1951, Mauro Di Francesco cresce in una famiglia legata al mondo dello spettacolo: la madre sarta teatrale, il padre direttore di palcoscenico. Un destino scritto tra le quinte. Giovanissimo entra nella compagnia di Giorgio Strehler, e appena diciassettenne debutta in tv ne La freccia nera.
Poi l’incontro con i protagonisti del cabaret milanese — Jannacci, Abatantuono, Boldi, Faletti, Porcaro — segna la svolta. La sua comicità, surreale e spontanea, conquista il pubblico e lo porta al cinema con ruoli che diventeranno cult.
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