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Come e perché potrebbe scoppiare la terza guerra mondiale

Non è più solo una suggestione da romanzo distopico o da blockbuster hollywoodiano. La possibilità che il mondo piombi in una nuova guerra globale sta tornando nei radar degli analisti internazionali, e non è più relegata al campo delle speculazioni. Le dinamiche geopolitiche attuali — tra alleanze blindate, ambizioni imperiali e focolai di tensione in ogni angolo del globo — ripropongono inquietanti similitudini con gli anni che precedettero i due conflitti mondiali del secolo scorso.

Nessuno può indicare con certezza dove o quando potrebbe iniziare. Ma i segnali di instabilità sono ovunque. E dietro ogni crisi internazionale si cela un potenziale innesco.

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Taiwan: la miccia pronta ad accendersi tra Cina e Stati Uniti

Taiwan rappresenta forse il punto più critico dell’attuale scacchiere globale. Pechino rivendica da sempre la sovranità sull’isola e non esclude l’uso della forza per riportarla sotto il suo controllo. Dall’altra parte, gli Stati Uniti hanno già dichiarato più volte il loro sostegno a Taipei, arrivando a ipotizzare un intervento militare diretto in caso di aggressione.

Uno scenario simile non coinvolgerebbe solo le due superpotenze. Il Giappone, l’Australia, la Corea del Sud e probabilmente l’India potrebbero schierarsi a fianco degli USA. Dalla parte cinese, invece, potrebbero intervenire Russia, Iran e persino la Corea del Nord. Un conflitto in quella regione, dunque, potrebbe degenerare in una vera e propria guerra mondiale per procura, con conseguenze devastanti.

Ucraina e NATO: il rischio di un’escalation nucleare

In Europa, il conflitto in Ucraina continua a essere un’altra miccia pericolosissima. Finché le ostilità rimarranno circoscritte all’interno dei confini ucraini, l’equilibrio — per quanto precario — regge. Ma cosa accadrebbe se la Russia, per errore o calcolo politico, colpisse un Paese membro della NATO?

L’Articolo 5 dell’Alleanza Atlantica prevede che un attacco a uno solo dei Paesi membri sia considerato un attacco a tutti. Questo significherebbe intervento militare diretto dell’intero blocco occidentale. A quel punto, la Russia potrebbe rispondere ricorrendo alle armi nucleari tattiche, già minacciate più volte da esponenti del Cremlino.

L’escalation sarebbe immediata. E irreversibile.

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