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“Cosa le aveva fatto in vacanza”. Pamela uccisa dal fidanzato: l’orribile verità si scopre solo ora

Un dramma consumato nel silenzio e nella paura. La tragica morte di Pamela Genini ha scosso profondamente l’opinione pubblica italiana, portando alla luce una storia fatta di violenze e minacce che si sono susseguite per mesi. La giovane, secondo le testimonianze raccolte dagli inquirenti, aveva vissuto un vero e proprio incubo insieme al suo compagno, Gianluca Soncin. Più tentava di allontanarlo, più lui diventava aggressivo e intimidatorio. «Ammazzo te e tua madre», avrebbe ripetuto più volte, come ricostruito dalle indagini in corso.

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Pamela Genini uccisa dal fidanzato, la dinamica dell’ultima aggressione e le indagini in corso

La ricostruzione dei fatti avvenuti nel giorno dell’omicidio si basa sulle testimonianze di amici, familiari e dell’ex compagno di Pamela. Secondo le indagini, poco prima dell’aggressione fatale la giovane era impegnata in una conversazione telefonica con l’ex Francesco D., che avrebbe sentito in diretta le urla e i rumori dell’attacco. Questo elemento si è rivelato cruciale per gli inquirenti, che stanno cercando di comprendere la sequenza degli eventi e le responsabilità precise.

Attualmente Gianluca Soncin si trova detenuto presso il carcere di San Vittore. Nella giornata odierna sarà sottoposto a interrogatorio dal gip Tommaso Perna, che dovrà valutare la sussistenza dei gravi indizi di colpevolezza. Gli inquirenti stanno inoltre analizzando i referti medici, i messaggi scambiati tra i due e le testimonianze di conoscenti e parenti per ricostruire l’intero quadro della vicenda, mentre dettagli sempre più inquietanti sulla loro relazioni vengono messi in luce.

Pamela Genini, vittima di un ciclo di percosse e intimidazioni

L’inizio della relazione e l’emergere delle prime violenze

Nel clima di terrore che la circondava, Pamela trovò il coraggio di confidarsi solo con poche persone di fiducia: alcune amiche e il suo ex compagno, Francesco D., che fu anche l’ultima persona con cui parlò telefonicamente durante l’aggressione fatale. Il racconto di quelle ore, ascoltato dagli inquirenti presso la Procura di Milano, ha contribuito a delineare un quadro sempre più inquietante.

Secondo le ricostruzioni, il primo episodio di violenza risalirebbe a maggio 2024, appena due mesi dopo l’inizio della relazione. Un conoscente, incrociando Pamela in viale Monza, la notò spaesata e con evidenti lividi sulle braccia. Questo episodio segnò l’inizio di un ciclo di abusi fisici e psicologici che sarebbe andato avanti per mesi.

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