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Dramma al McDonald’s, bimba si ustiona mangiando e l’azienda la risarcisce: la cifra choc

SOCIAL. Una tragedia si è consumata presso un McDonald’s in Florida, quando la piccola Olivia Caraballo, all’epoca di soli 4 anni, ha subito una grave ustione mentre consumava i bocconcini di pollo del famoso fast food. Ora, all’età di 8 anni, Olivia riceve giustizia. Ecco cosa è successo.

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Dramma al McDonald’s: Olivia Caraballo

Il 2019 è stato un anno tragico per la piccola Olivia Caraballo e la sua famiglia, quando si sono recati in un drive-thru del McDonald’s a Tamarac, in Florida, per un pranzo veloce. Tuttavia, ciò che doveva essere un semplice pasto si è trasformato in una tragedia quando uno dei bocconcini di pollo caldi è caduto sulla gamba di Olivia, causandole gravi ustioni. La madre di Olivia ha subito agito prontamente, portando la bambina immediatamente in ospedale per ricevere le cure necessarie. La gravità dell’incidente ha portato alla denuncia della famiglia Caraballo nei confronti di McDonald’s e del proprietario del franchising Upchurch Foods. La causa legale ha suscitato grande attenzione e interesse mediatico, con la famiglia che chiedeva giustizia per il terribile trauma subito dalla loro giovane figlia.

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Il risarcimento

Dopo anni di battaglia legale, la giuria ha emesso una sentenza che ha visto McDonald’s e Upchurch Foods riconosciuti responsabili per l’incidente di Olivia Caraballo. La cifra del risarcimento stabilita ammonta a 800mila dollari, un importo significativo che mira a coprire le spese mediche e i danni subiti dalla bambina e dalla sua famiglia a causa dell’incidente. Secondo quanto riferito, la giuria ha ritenuto che McDonald’s e il proprietario del franchising abbiano mancato di adeguatamente avvertire i clienti sui possibili danni causati dai McNuggets caldi distribuiti dal drive-thru. La madre di Olivia Caraballo, presente nell’aula di tribunale per la sentenza, ha dichiarato la sua soddisfazione riguardo alla decisione della giuria. “Sono felice che la giuria abbia ascoltato la voce di mia figlia e abbia preso una decisione”. Questo caso ha riportato alla memoria il celebre caso del caffè bollente degli anni ’90. Quando la catena di fast food fu costretta a pagare un risarcimento di 2,7 milioni di dollari.

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