Richiami e strategie differenti tra le case automobilistiche
A partire dal 2013, numerose case automobilistiche hanno proceduto con richiami massicci per la sostituzione degli airbag difettosi. Un caso emblematico si è verificato nel giugno scorso, quando il gruppo Stellantis ha disposto il blocco di 441mila veicoli Citroën C3 e DS3 in Europa, vietandone la circolazione fino all’avvenuta sostituzione del componente difettoso, a seguito di un grave incidente avvenuto in Francia.
Le modalità di gestione della crisi, tuttavia, non sono state uniformi. Altroconsumo, associazione a tutela dei consumatori, ha messo in luce le differenze nelle risposte delle diverse aziende, criticando in particolare la condotta di Opel (gruppo Stellantis). I clienti Opel hanno infatti ricevuto comunicazioni sotto forma di semplice invito, senza un’esplicita indicazione dell’urgenza né l’imposizione del divieto di utilizzo dell’auto. In più, la sostituzione degli airbag può richiedere tempi superiori ai 90 giorni e la casa automobilistica non ha previsto veicoli sostitutivi durante l’attesa.
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Il ruolo delle associazioni e dei consumatori
La risposta giudicata “disomogenea” da Altroconsumo ha portato l’associazione a promuovere una class action contro Opel, analoga a quella già avviata contro Citroën. L’obiettivo è sia quello di aumentare la consapevolezza tra i proprietari di veicoli potenzialmente coinvolti sia di esercitare pressione sull’azienda perché intervenga in modo rapido e risolutivo.
Non va sottovalutato il ruolo attivo dei consumatori in questa vicenda. È fondamentale che ogni automobilista verifichi la posizione del proprio veicolo rispetto ai richiami in corso. Il sito ufficiale della transizione ecologica francese mette a disposizione un database consultabile tramite VIN, offrendo un servizio utile e immediato per determinare se la propria auto sia interessata e, in tal caso, come procedere.