
Si definiscono genitori distrutti, profondamente provati. Catherine e Nathan, noti come la famiglia del bosco di Palmoli, raccontano una frattura improvvisa che ha cambiato per sempre la loro quotidianità. Dopo anni trascorsi in una casa immersa nella natura, in provincia di Chieti, oggi si confrontano con una realtà regolamentata, fatta di norme stringenti, prescrizioni delle autorità e controlli costanti.
Il passaggio da una vita autonoma nel bosco a un contesto istituzionale è stato repentino. A distanza di tempo, il cambiamento continua a essere vissuto con forte difficoltà non solo dai genitori, ma soprattutto dai figli minori. La precedente esistenza appare ormai lontana, quasi appartenente a un’altra fase della loro storia familiare, mentre l’adattamento al nuovo ambiente procede con fatica.
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Le fotografie dei bambini e la linea difensiva dei legali
Nel frattempo, i legali della coppia hanno portato all’attenzione degli inquirenti un elemento che considerano significativo, legato ad alcune immagini scattate in momenti di vita quotidiana. Secondo quanto riportato, le fotografie mostrano i bambini – due gemelli di 6 anni e una figlia di 8 – in situazioni ordinarie, come al supermercato o in un centro commerciale. Una di queste foto, diffusa dal quotidiano Il Centro, li ritrae mentre mangiano un gelato in coppetta, servendosi di cucchiaini di plastica.
Per la difesa, questa immagine rappresenterebbe un tassello importante nella ricostruzione complessiva del caso, perché evidenzierebbe una dimensione di normalità nella vita dei minori, in contrasto con alcune descrizioni che emergono dagli atti. In questo scenario complesso, la vicenda della famiglia del bosco di Palmoli continua a svilupparsi tra valutazioni istituzionali, scelte di tutela e richieste di ricongiungimento avanzate dai genitori.
Il cambio di vita e i compromessi accettati dai genitori
Per cercare di rispondere alle indicazioni delle autorità e dei servizi sociali, Catherine e Nathan hanno scelto di compiere passi concreti, che segnano una netta discontinuità rispetto al passato. La coppia ha accettato di trasferirsi nella abitazione messa a disposizione dal ristoratore Carusi, lasciando così la casa nel bosco che per anni aveva rappresentato il fulcro della loro vita familiare. Tra le decisioni più rilevanti, i genitori hanno inoltre dato il consenso all’avvio dei cicli vaccinali per i figli, aderendo alle indicazioni sanitarie fornite dalle strutture competenti. A questo si aggiunge l’apertura verso una istruzione domiciliare tramite un’insegnante dedicata.
Nonostante questi adeguamenti, il percorso verso il ricongiungimento familiare rimane incerto. Dalle informazioni disponibili emerge che potrebbero trascorrere ancora diversi mesi prima di una decisione definitiva in merito al rientro dei bambini nella casa dei genitori.

I provvedimenti dei giudici e il collocamento dei minori
Al centro del caso vi sono le decisioni assunte dall’autorità giudiziaria e le relazioni redatte dai servizi sociali. Sulla base di tali valutazioni, è stato disposto il collocamento dei tre bambini all’interno di una struttura protetta.
Per Catherine e Nathan, questo passaggio ha rappresentato un vero stravolgimento. La quotidianità, un tempo costruita su ritmi personali e su un rapporto diretto con l’ambiente circostante, è stata sostituita da un contesto scandito da regole esterne e da una forte mediazione istituzionale.
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