

Social. Filippo Turetta, interviene la mamma di Pamela Mastropietro. Da inizio anno sono 105 le donne morte a causa di compagni violenti. L’omocidio della 22enne Giulia Cecchettin ha sconvolto l’Italia intera. Il presunto assassino, Filippo Turetta, è stato fermato in Germania e una volta tornato nel Nostro Paese sarà la giustizia italiana a dargli la giusta condanna. Nel frattempo, su questo terribile caso di cronaca nera è intervenuta Alessandra Verni, la mamma di Pamela Mastropietro, la 18enne romana uccisa in provincia di Macerata nel gennaio del 2018. (Continua a leggere dopo la foto)
Leggi anche: “Fermati”: il retroscena choc su Filippo Turetta, Elena Cecchettin svela tutto
Leggi anche: Filippo Turetta, il padre parla a “Dritto e rovescio”: il gesto di Elena Cecchettin


Leggi anche: Filippo Turetta, Myrta Merlino critica i genitori del ragazzo
Leggi anche: Filippo Turetta, cosa succede ora dopo l’arresto
Filippo Turetta, interviene la mamma di Pamela Mastropietro
Alessandra Verni, la mamma di Pamela Mastropietro, la 18enne romana che fu violentata, uccisa, fatta a pezzi e i suoi resti ritrovati in due trolley a Pollenza (Macerata) nel gennaio del 2018, ha chiesto “giustizia per Giulia Cecchettin” e anche una preghiera per la Cecchettin e “per la famiglia di Giulia e anche per i genitori del suo assassino”. La mamma di Pamela, di fronte a questo ennesimo femminicidio, si dice “demoralizzata” perché troppo spesso la giustizia non fa il suo corso: “Servono pene più dure e severe. Chiediamo una giustizia vera e che i carnefici non vengano rimessi in libertà dopo qualche anno. Chi commette un omicidio deve pagare. Deve sapere che se si toglie la vita a qualcuno allora, visto che da noi la pena di morte non esiste, si deve scontare la vita in carcere. Serve il carcere a vita”.
Sul presunto assassino di Giulia, Filippo Turetta, il procuratore di Venezia, Bruno Cherchi, ha dichiarato: “Ha diritto come tutti gli indagati di essere trattato in maniera serena, obiettiva, da parte non solamente della procura, che garantisce i diritti di tutti quanti in questa fase, ma anche da parte dell’opinione pubblica che deve frenare un momento questa partecipazione emotiva, che può creare e che sta creando, difficoltà non alle indagini ma alle persone coinvolte, ai genitori dell’indagato”. (Continua a leggere dopo la foto)


Il caso di Macerata
L’omicidio di Pamela Mastropietro si è consumato il 30 gennaio 2018 in provincia di Macerata. Dall’autopsia sono emersi dettagli raccapriccianti: il corpo di Pamela è stato lavato con la varechina, per cancellare ogni traccia, e fatto a pezzi “in modo scientifico”, come ha scritto il medico legale Mariano Cingolani. Unico accusato per lo stupro e l’assassinio della ragazza è un pusher nigeriano che si dichiara innocente e ha ammesso solo di aver fatto a pezzi il cadavere. Nel febbraio 2019 è iniziato il processo a suo carico. Il 29 maggio la condanna all’ergastolo. Il 16 ottobre 2020 anche la Corte d’Assise d’appello di Ancona ha confermato la condanna.
Vuoi rimanere informato su tutte le notizie in tempo reale? Segui il canale Telegram 👉 t.me/ultimaor