Filippo Turetta e l’ergastolo, ecco di cosa potrebbe beneficiare in carcere: i dettagli. Ci sono nuovi sviluppi sulla situazione giudiziaria di Filippo Turetta, il ragazzo di 22 anni arrestato per l’efferato omicidio di Giulia Cecchettin. Alla luce delle di tutti gli elementi raccolti sul caso, che farebbero emergere le aggravanti di crudeltà e premeditazione, è stata avanzata dalla Procura una richiesta per la condanna all’ergastolo dell’imputato. Anche in questa eventualità, tuttavia, esisterebbero benefici penitenziari a cui Turetta potrebbe far ricorso per “alleggerire” la pena e, di conseguenza, abbreviare la permanenza in carcere. I dettagli.(Continua a leggere dopo la foto…)
Leggi anche: Lutto nel mondo vip, lo hanno trovato morto in cortile: stroncato da un infarto
Leggi anche: Carola affoga la figlia di 10 mesi, poi la scoperta choc sui bigliettini: cosa c’era scritto
La richiesta di condanna all’ergastolo per Filippo Turetta
Il pubblico ministero di Venezia, Andrea Petroni, ha chiesto la condanna alla pena massima per Filippo Turetta, accusato dell’omicidio di Giulia Cecchettin. La richiesta di condanna all’ergastolo, che include il riconoscimento delle aggravanti di crudeltà e premeditazione, è stata avanzata al termine della requisitoria durante la terza udienza del processo in cui il 22enne è imputato. Quello perpetrato da Turetta, infatti, rappresenta uno dei crimini più terribili nella storia criminologica italiana. Pertanto, in caso di condanna, è fondamentale che la pena renda giustizia alla gravità del fatto e alla sofferenza causata
Tuttavia, come ha ricordato il magistrato, in Italia “è previsto che si possa accedere dopo 26 anni alla liberazione anticipata. È prevista la rieducazione anche nell’ergastolo. La natura dell’ergastolo – ha ricordato – non è più quella pensata nel codice del 1930″. (Continua a leggere dopo la foto…)
Leggi anche: Filippo Turetta vede per la prima volta i genitori: “So che non mi perdonerete”
Leggi anche: Triste lutto per la nota famiglia italiana, è morto «’O Giò»
“Condanna all’ergastolo”: parla l’esperto
Per indagare più in profondità sul concetto di “rieducazione in carcere”, il sito Fanpage.it ha interrogato l’avvocato penalista Daniele Bocciolini. Esperto in diritto penale minorile e Scienze Forensi, Bocciolini ha fornito una lettura delle prassi giudiziarie nel nostro Paese. “Nel nostro ordinamento la pena non ha solo una funzione afflittiva, ma deve avere anche una finalità rieducativa“ ha spiegato. In quest’ottica il tempo in carcere servirebbe per far raggiungere al reo “la piena consapevolezza di quanto commesso”.
Scopriamo tutti i dettagli nella pagina successiva