
Francis Kaufmann, le prime parole dopo l’arresto: assurdo! – Tra i vialetti ombrosi e silenziosi di Villa Pamphili si consumava una tragedia nascosta agli occhi di tutti. Anastasia e la sua bambina, Andromeda, vivevano lì, ai margini. Una quotidianità fatta di giacigli improvvisati, silenzi complici e speranze residue. Due figure invisibili per molti, eppure reali, vivissime. Fino a quando il loro silenzio è diventato assordante. Un’esistenza precaria, fatta di giornate passate tra i vialetti alberati del parco e la zona del mercato di San Silverio, dove madre e figlia si lavavano e cercavano conforto. Poi, tutto si è fermato. Da un giorno all’altro, i loro volti sono scomparsi. E la cronaca nera ha fatto il resto.
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Francis Kaufmann, le prime parole dopo l’arresto: assurdo
È da una stanza del tribunale di Larissa, in Grecia, che l’uomo arrestato nei giorni scorsi ha fatto sentire la sua voce. Francis Kaufmann, 46 anni, statunitense, è collegato in videoconferenza con la Procura di Roma. È accusato del duplice omicidio di Anastasia Trofimova, 28 anni, e della sua bambina di soli 5 anni. Ma la sua posizione, al momento, è ferma: nega tutto, si dichiara innocente e chiede di parlare solo «con il mio avvocato e con il consolato americano». Durante l’atto istruttorio richiesto dalla Procura capitolina tramite un Ordine europeo di indagine (Oei), Kaufmann si è avvalso della facoltà di non rispondere. L’udienza si è svolta alla presenza del giudice istruttore greco, mentre per domani è attesa la decisione della Corte d’Appello di Larissa sull’estradizione in Italia.


Tracce, celle telefoniche e un silenzio improvviso
I dati raccolti finora dagli investigatori raccontano una vicinanza inquietante. Le celle telefoniche e i tabulati del cellulare di Kaufmann indicano che ha vissuto per almeno due settimane con Anastasia e la figlia all’interno di Villa Pamphili. Insieme, condividevano un’esistenza precaria fatta di notti all’aperto e diurne peregrinazioni tra i quartieri Aurelio e Monteverde. Gli inquirenti hanno ricostruito con precisione i movimenti della piccola comunità: i tre dormivano nel parco e, durante il giorno, si spostavano nella zona del mercato di via Gregorio VII, a pochi chilometri, per lavarsi e fare colazione. Un’esistenza invisibile che si è interrotta tragicamente nei primi giorni di giugno.
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