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Garlasco, gli avvocati di Stasi e Sempio sganciano la bomba: “Chi sono i veri assassini”

Scene del crimine compromesse e frasi ambigue riaprono il caso

Lovati aggiunge ulteriori elementi di dubbio: Stasi, giunto nella villetta di Garlasco, avrebbe pronunciato due frasi insolite – “forse è ancora viva” e “era stesa per terra” – che portarono i carabinieri a ipotizzare un incidente domestico anziché un omicidio. Questo errore di valutazione, dovuto anche alla mancata adozione di misure precauzionali come l’uso di guanti e calzari, avrebbe potenzialmente compromesso la scena del crimine, introducendo elementi di contaminazione difficili da eliminare in seguito.

Le posizioni divergenti e le nuove indagini su Garlasco

La ricostruzione dei fatti proposta da Lovati è stata fermamente respinta dall’avvocato De Rensis, il quale ha sottolineato che molte delle affermazioni fatte da Stasi erano coerenti con quanto poteva effettivamente osservare all’arrivo sulla scena, ribadendo: “Ma se era scaraventata nelle scale o all’inizio delle scale, ma non poteva dirlo”. Questa divergenza rappresenta la distanza tra le due linee difensive, entrambe orientate a escludere una responsabilità diretta di Stasi ma in contrasto sulla sua effettiva presenza e sulle sue azioni nelle ore successive al delitto.

Le dichiarazioni rese in trasmissione si inseriscono in un quadro investigativo che, nel tempo, ha visto l’apertura di nuove piste, tra cui quella che coinvolge Andrea Sempio, già indagato dopo la condanna definitiva di Stasi. Questo sviluppo ha alimentato ulteriori interrogativi e rafforzato l’attenzione mediatica sul caso, dato che la presenza di tracce di DNA riconducibili a Sempio aveva già scatenato discussioni e richieste di riapertura delle indagini.

Garlasco, gli avvocati di Stasi e Sempio sganciano la bomba: “Chi sono i veri assassini”

Si riaccende il dibattito sulla verità: le lacune nelle indagini

Non manca chi, anche tra gli esperti di criminologia, si interroga sulla gestione delle indagini iniziali e sulle possibili lacune investigative. Il mancato isolamento della scena del crimine e la rapida esclusione di alcune ipotesi alternative sono stati oggetto di critiche ripetute nel corso degli anni. Alcuni osservatori sottolineano come la pressione mediatica e la necessità di fornire risposte immediate abbiano potuto influire negativamente sulla raccolta delle prove.

Il caso di Garlasco, quindi, si conferma come uno dei più complessi e discussi del panorama giudiziario italiano. Nonostante i processi, le sentenze e le continue indagini, la morte di Chiara Poggi resta avvolta da numerose ombre. Ogni nuovo elemento, ogni testimonianza o analisi giuridica riapre vecchie ferite e alimenta il dibattito su giustizia e verità, lasciando ancora aperta la domanda su chi siano i veri responsabili.

Nuovi testimoni: quali prospettive di indagine sul caso Garlasco

Recentemente, la testimonianza di un nuovo presunto testimone, secondo cui avrebbe visto Sempio nei pressi della scena del crimine, ha sollevato ulteriore clamore mediatico e richiesto nuove verifiche da parte della magistratura. Le autorità stanno valutando se questi nuovi elementi possano condurre a una riapertura formale delle indagini, con particolare attenzione alle incongruenze emerse rispetto alle testimonianze precedenti.

L’attenzione degli inquirenti e dei media resta quindi alta, con la speranza che il lavoro investigativo possa finalmente chiarire le responsabilità e restituire verità e giustizia alla memoria di Chiara Poggi e alla sua famiglia. Nel frattempo, il dibattito tra i legali mantiene viva l’attenzione su un caso che continua a interrogare la società italiana, simbolo delle difficoltà e delle sfide che caratterizzano la ricerca della verità.

Il confronto televisivo, con le sue posizioni contrastanti e le nuove piste investigative, conferma che il caso Garlasco rimane un tema di attualità e discussione, in attesa di una definitiva soluzione giudiziaria.

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