
Nel pieno della nuova ondata mediatica sul caso Garlasco, l’Ordine degli Avvocati di Milano ha diffuso un comunicato per richiamare la categoria. Nel mirino, senza mai nominarla, c’è l’avvocata Angela Taccia, legale di Andrea Sempio, la cui recente comunicazione sui social ha sollevato perplessità e polemiche. Il caso rilancia il dibattito sul ruolo pubblico dell’avvocato e sui limiti della comunicazione legale nell’era dei social media.
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Il comunicato dell’Ordine: “Riservatezza e decoro, non protagonismo”
Con una nota diffusa il 23 maggio, l’Ordine degli Avvocati di Milano ha lanciato un messaggio inequivocabile alla categoria: «Il nostro Codice deontologico impone all’avvocato un comportamento riservato, sobrio e misurato, soprattutto nell’uso dei social network». Il comunicato arriva “alla luce della rinnovata attenzione mediatica sulla vicenda dell’omicidio di Garlasco” e richiama la professione forense alla dignità, compostezza e rispetto per le vittime. Il riferimento, pur senza nomi, è apparso a molti chiaro: nel mirino ci sarebbe il comportamento social dell’avvocata Angela Taccia, che difende Andrea Sempio, oggi sotto i riflettori per nuovi sviluppi nel cold case. A confermare l’intento del messaggio è anche una dichiarazione del presidente dell’Ordine, Antonino La Lumia: «Ogni forma di protagonismo o spettacolarizzazione risulta non solo inopportuna, ma contraria ai valori fondanti della nostra professione».
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Il post della discordia: “Guerra dura senza paura”
Il richiamo dell’Ordine sembra legato a un post pubblicato su Instagram da Angela Taccia, dove la penalista ha scritto: “Guerra dura senza paura” e “CPP we love you”, in apparente reazione alla contestazione della nullità dell’invito a comparire nei confronti del suo assistito, Andrea Sempio. Il tono del messaggio ha destato scalpore nel mondo giuridico e non solo, riaccendendo il dibattito sull’utilizzo dei social network da parte degli avvocati. Intervistata prima della diffusione del comunicato, Taccia ha difeso la propria posizione: «Mi criticano perché mi sono presentata in procura in jeans e felpa dei Negrita, ma io faccio il mio lavoro. Se non piaci alle persone, va bene. È quando non piaci ai cani che devi preoccuparti». Parole forti, che hanno ulteriormente polarizzato l’opinione pubblica. Sulle indagini della Procura di Pavia, l’avvocata ha rincarato la dose: «Non dichiaro guerra alla Procura, ma professionalmente è guerra. Le indagini sono anomale, e io sono libera di dirlo».
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