Nessun procedimento disciplinare, ma la linea è tracciata
Fonti interne all’Ordine fanno sapere che, al momento, non è stato avviato alcun procedimento disciplinare nei confronti dell’avvocata Taccia. Tuttavia, il messaggio lanciato è chiaro: la comunicazione dell’avvocato deve ispirarsi a misura, equilibrio e rispetto del contesto giudiziario e umano delle vicende affrontate. «Il prestigio dell’avvocatura si costruisce con l’autorevolezza e la discrezione, non con l’esposizione mediatica», si legge nel documento. Il caso ha posto sotto la lente non solo le esternazioni di Taccia, ma più in generale il tema del rapporto tra difesa tecnica e visibilità pubblica, in un’epoca in cui i social possono amplificare toni, intenzioni e percezioni.

Avvocatura e social: una convivenza ancora difficile
Il caso riapre un interrogativo sempre più attuale: può un avvocato difendere con fermezza e comunicare con libertà senza oltrepassare i confini della deontologia? In un’epoca in cui il linguaggio dei social è diretto, provocatorio e pubblico per natura, la professione legale sembra ancora in cerca di un equilibrio tra visibilità e sobrietà. L’Ordine milanese invita alla prudenza, consapevole che ogni parola può diventare titolo e ogni gesto giudizio. «Vicende complesse e dolorose come l’omicidio di Garlasco richiedono rispetto, non slogan», è il messaggio che traspare tra le righe. Per ora, Angela Taccia prosegue la difesa di Andrea Sempio, ma l’avvocatura guarda con attenzione a un caso che ha riportato etica, comunicazione e giustizia al centro della scena pubblica.