
Il vulcano più attivo d’Europa torna a far parlare di sé. Dopo un periodo di relativa calma, l’Etna ha ripreso la sua attività eruttiva, attirando l’attenzione degli scienziati e suscitando apprensione tra la popolazione. Le nuove esplosioni e i segnali provenienti dal cratere di Sud-Est sono ora oggetto di un monitoraggio costante da parte dell’INGV, l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia. Ma cosa sta succedendo esattamente e quali rischi comporta questa fase?
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Tremori notturni e picco all’alba: l’attività si intensifica
Tutto è iniziato durante una tranquilla serata, improvvisamente interrotta da un aumento significativo del tremore vulcanico, registrato dai sensori dell’Etna. L’attività ha raggiunto il suo apice nelle prime ore del mattino, ma senza impattare sul traffico aereo: il cielo sopra Catania è rimasto sereno e l’aeroporto di Fontanarossa ha continuato a funzionare regolarmente. Gli scienziati, tuttavia, mantengono alta la guardia.
Cratere Sud-Est sotto osservazione: segnali da non ignorare
I dati raccolti finora indicano che i movimenti magmatici si concentrano principalmente nel cratere sud-orientale, già noto per essere uno dei più attivi. Alcuni problemi tecnici impediscono per ora una localizzazione perfetta dei fenomeni, ma le registrazioni infrasoniche mostrano una lieve intensità delle attività. Questo conferma che gli eventi eruttivi provengono sempre dalla stessa zona, mantenendo gli esperti in stato di allerta costante.
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