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Influenza K, il nuovo sintomo: non solo febbre, tosse e raffreddore. A cosa fare attenzione

Influenza K, il nuovo sintomo: non solo febbre, tosse e raffreddore. A cosa fare attenzione – Nel Regno Unito l’hanno già ribattezzata “flu-nami”, un termine che rende bene l’idea della forza con cui l’influenza sta colpendo in queste settimane. Un mix particolarmente aggressivo, legato alla variante K e alla contemporanea circolazione del virus H1N1, sta causando un aumento significativo dei casi anche in Italia. La curva delle infezioni respiratorie acute continua a salire e coinvolge diversi virus, tra cui quello influenzale. Secondo gli ultimi dati del sistema di sorveglianza RespiVirNet dell’Istituto Superiore di Sanità, nella sola settimana tra il 15 e il 21 dicembre sono stati registrati circa 950mila nuovi casi, un numero che fotografa con chiarezza la pressione crescente su ambulatori, pronto soccorso e reparti ospedalieri.

Influenza K, il nuovo sintomo: non solo febbre, tosse e raffreddore. A cosa fare attenzione

La variante K si presenta con un quadro clinico piuttosto riconoscibile. Il primo elemento è l’esordio brusco, spesso improvviso, che coglie di sorpresa anche chi fino a poche ore prima si sentiva in buona salute. Segue una febbre elevata, che supera facilmente i 38 gradi, accompagnata da almeno un sintomo respiratorio come tosse, raffreddore o naso che cola. A questi si aggiunge quasi sempre un sintomo sistemico: dolori muscolari diffusi, dolori articolari o una sensazione di spossatezza intensa, tale da costringere molti a letto per diversi giorni. È un’influenza che non concede molto spazio alla gradualità e che tende a manifestarsi in modo netto fin dalle prime fasi.

Il sintomo “extra” che riguarda la pancia

Accanto ai segnali più classici, questa stagione influenzale presenta un elemento che sta attirando l’attenzione dei medici: il coinvolgimento del tratto gastrointestinale. Oltre alla febbre intorno ai 38–38,5 gradi, in molti casi compaiono nausea, vomito e diarrea. In genere, questi disturbi non rientrano nel quadro tipico dell’influenza, che resta una malattia prevalentemente respiratoria. Possono tuttavia manifestarsi in alcuni pazienti, soprattutto nei bambini o in presenza di coinfezioni virali. Durante la stagione 2025-2026, però, diversi clinici italiani stanno segnalando una frequenza maggiore di questi sintomi, osservati con continuità anche in ambito ospedaliero.

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