
Italia, dove si trovano le basi USA in allerta massima e cosa si rischia in caso di attacco – La miccia è accesa. E la scintilla potrebbe propagarsi ben oltre il Medio Oriente. Dopo il recente attacco statunitense contro i siti nucleari iraniani, le autorità italiane osservano con crescente attenzione la reazione di Teheran. Il rischio che l’Italia possa essere coinvolta, seppur indirettamente, non è affatto escluso. La Repubblica islamica ha già minacciato vendetta, sottolineando che qualsiasi Paese che ospiti forze americane usate per attaccare l’Iran sarà considerato un bersaglio legittimo. Un messaggio che suona come un campanello d’allarme per diversi Paesi europei, Italia inclusa.
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29mila obiettivi sotto sorveglianza: l’allerta del Viminale
Nelle ultime 24 ore, il Viminale ha disposto il rafforzamento della sicurezza su ben 29mila obiettivi considerati sensibili. Si tratta di ambasciate, infrastrutture critiche, centri religiosi, impianti energetici e, naturalmente, basi militari collegate agli Stati Uniti e a Israele. L’attenzione è alta anche sul fronte cyber: un’ondata di attacchi informatici è tra gli scenari possibili nel caso la situazione degeneri ulteriormente. Per questo, oltre alle forze dell’ordine, sono mobilitati anche i servizi di intelligence e gli apparati di difesa cibernetica. Come spiega anche l’Ispi, le principali basi militari statunitensi presenti in Italia sono:
- Aviano (Friuli Venezia-Giulia)
- Sigonella (Sicilia)
- Camp Ederle a Vicenza (Veneto)
- Camp Darby a Tirrenia (Toscana)
- Porto di Gaeta (Lazio)
- Napoli (Campania).
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Italia, dove si trovano le basi USA in allerta massima
Queste strutture sono disciplinate da accordi bilaterali tra Italia e Stati Uniti e dalle convenzioni NATO, che regolano la presenza di personale militare nei Paesi dell’Alleanza, compresa la ripartizione della giurisdizione tra lo Stato ospitante e quello di appartenenza.
- Aviano, in particolare, è una delle basi aeree americane più strategiche in Europa. In passato è stata impiegata per operazioni in Iraq e Afghanistan.
- Camp Darby, in Toscana, ospita il più grande deposito di munizioni americano in Europa e rappresenta il centro logistico più imponente fuori dagli USA.
- Sigonella è un hub navale e aereo fondamentale, utilizzato anche dalla NATO per operazioni nel Mediterraneo.
- Gaeta e Napoli ospitano i comandi della Sesta Flotta Usa, fungendo da punti di rifornimento e assistenza navale.
- Infine, Ghedi (Lombardia) e ancora Aviano ospiterebbero decine di testate nucleari, secondo fonti internazionali non ufficialmente confermate.
A queste vanno aggiunte installazioni minori, come i poligoni di Teulada e Capo Frasca in Sardegna e la stazione radio navale di Niscemi, in Sicilia. In totale, si stima che oltre 12.000 militari statunitensi siano di stanza sul territorio italiano. La sovranità formale di queste basi è italiana, ma le attività operative restano sotto controllo Usa. Questo però non significa che Washington possa utilizzarle liberamente. Come ha spiegato il ministro della Difesa Guido Crosetto, le basi possono essere impiegate solo con l’autorizzazione del governo italiano. Fino a questo momento, l’Italia non ha ricevuto richieste dagli Usa per utilizzarle nel contesto del conflitto con l’Iran. E il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha ribadito che nessuna delle basi italiane è stata usata per l’attacco lanciato domenica.
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