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Italia, missile perso in mare: scatta l’emergenza

I rischi per la popolazione

Le autorità hanno rassicurato la popolazione, precisando che le attività balneari sulle spiagge non subiranno restrizioni, mentre il mare aperto sarà teatro delle delicate operazioni di recupero. La profondità e la posizione del missile complicano notevolmente l’intervento, rendendo necessario l’uso di tecnologie avanzate e personale altamente qualificato.

Nel caso in cui il tentativo di estrazione non dovesse andare a buon fine, si sta valutando una soluzione alternativa: una esplosione controllata sul fondale marino per neutralizzare qualsiasi rischio potenziale legato alla presenza dell’ordigno.

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Come si procederà per il recupero del missile

Dal 15 agosto 2025 e per oltre un mese, un’ampia zona di mare tra Tertenia e Villaputzu sarà interdetta alla navigazione, per consentire le attività di ricerca e bonifica. L’area interessata si estende per circa 20 chilometri per lato, e sarà vietata a tutte le unità navali nel raggio di due miglia nautiche dal punto di intervento. Le operazioni saranno condotte da Leonardo insieme alle navi NG Worker, Celina, Silvio I e Silvio II, con il supporto di un ROV (Remotely Operated Vehicle), robot subacqueo specializzato nelle attività ad alta profondità.

L’Ordinanza 33/2025 dell’Ufficio Marittimo di Arbatax disciplina le modalità operative e la sicurezza delle attività. I pescherecci dovranno attenersi alle disposizioni comunicando via radio per ogni movimento nell’area vietata. Queste procedure fanno parte di un piano più ampio di bonifica, che prevede anche la rimozione di altri residuati bellici e materiali militari dispersi durante le esercitazioni precedenti.

Precedenti e rischi ambientali

A giugno 2025, l’ordinanza 32/2025 aveva già individuato 8 aree marine interessate da residui di esercitazioni. In quell’occasione, era stato dispiegato anche un cacciamine per le operazioni di controllo del fondale, a tutela delle imbarcazioni da diporto. L’attuale perdita del missile Aster 30 si aggiunge a una serie di eventi che, sebbene previsti nei protocolli militari, pongono questioni sulla gestione dei rischi in prossimità delle coste e delle zone turistiche della Sardegna.

Il nodo centrale resta quello legato al rischio ambientale e alla sicurezza pubblica. Le autorità hanno ribadito che al momento non sussistono pericoli diretti per i bagnanti, tuttavia la presenza di un missile attivo a breve distanza da località frequentate da migliaia di turisti rappresenta una situazione senza precedenti in Italia negli ultimi anni.

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