
Una nuova era per gli Azzurri parte da una richiesta precisa. Gennaro Gattuso, da oggi commissario tecnico della Nazionale italiana, ha fatto il suo esordio in conferenza stampa accanto al presidente Gabriele Gravina e al capo delegazione Gigi Buffon con toni pacati ma idee nette. Nessuna teatralità, nessun “ringhio”, solo la voglia di rimettere ordine, partendo da ciò che per lui è sacro: la serietà nel vestire l’azzurro.
Leggi anche: “Vittorio Feltri sospeso”, la clamorosa decisione: cosa succede

“Non sarò un sergente di ferro, ma qui si lavora”
Gattuso ha tenuto a smarcarsi dai luoghi comuni sul suo carattere: “Non sono qui per fare il poliziotto o il sergente. E non ho la bacchetta magica”.
Ma ha lasciato intendere che il rigore non verrà meno, anche se con toni diversi rispetto al passato. “In allenamento si va a cento all’ora. Serve creare un ambiente familiare, dove prevale il noi e non l’io”. Il nuovo CT punta sull’identità collettiva, l’orgoglio, il rispetto per la maglia e per il lavoro quotidiano. E ammette di voler vedere il sorriso a Coverciano, come accadeva ai tempi di Marcello Lippi, con cui ha parlato prima della nomina.

Acerbi fuori, “nulla di personale, ma scelgo altri”
E sul caso che ha agitato la Nazionale negli ultimi mesi, Gattuso è stato diretto: “Con Acerbi non ho parlato, ma tra i 35 convocati non c’è. Ho fatto altre scelte”. Nessun attacco, ma un chiaro cambio di rotta, in favore di giocatori più giovani, capaci secondo lui di dare qualcosa in più in prospettiva. Interrogato sul sistema di gioco, il nuovo CT ha evitato le formule rigide: “Moduli a tre o a quattro lasciano il tempo che trovano. Conta come vuoi stare in campo, mettere i giocatori nel posto giusto”. Una visione pratica e aperta, in cui la tattica si adatta agli uomini e non viceversa.
Scopriamo tutti i dettagli nella pagina successiva