A quasi 30 anni dal caso di omicidio di Maria Luigia Borrelli, conosciuto come “delitto del trapano”, arriva una svolta incredibile e inaspettata. Secondo quanto riporta l’Ansa, le indagini sono state riaperte dagli investigatori della squadra mobile di Genova. Cosa sta succedendo.(Continua a leggere dopo la foto…)
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Riaperto il “cold case” del delitto del trapano
Era ritenuto un cold case di quelli su cui era ormai era quasi impossibile fare chiarezza, eppure, a distanza di 29 anni potrebbe essere arrivata una svolta. L’omicidio di Maria Luigia Borrelli, un’infermiera di 42 anni, avvenne il 5 settembre 1995 nel cuore del centro storico di Genova. Il suo corpo fu trovato in via Indoratori, vicolo nella quale la donna si prostituiva, brutalmente massacrato con un trapano piantato nella gola. Per lungo tempo le indagini hanno cercato di fare luce sull’accaduto dovendo però scartare ogni possibile sospettato dopo gli esiti del test del DNA. (Continua a leggere dopo la foto…)
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Luigia Borrelli, emersi nuovi elementi sull’omicidio
Già due anni fa, c’era stato un nuovo sviluppo che aveva fatto ipotizzare una risoluzione del caso. Una testimone chiave aveva infatti rivelato agli investigatori che sua madre – anch’essa ex infermiera come la vittima – le aveva confidato di aver visto un primario dell’ospedale San Martino con graffi sul volto e sul collo alcuni giorni dopo l’omicidio. Medico che era deceduto nel 2021. Tuttavia, le analisi del DNA, effettuate tramite alcuni parenti dell’uomo, avevano dato esito negativo nel luglio secondo quanto riporta l’Ansa. Tuttavia, ora è giunta la notizia di una nuova svolta: pare infatti che un uomo sia stato iscritto nel registro degli indagati. Vediamo nel dettaglio come gli investigatori sarebbero risaliti al nuovo sospettato a 29 anni dall’omicidio.
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