
Tra le corsie di ospedale e i riflettori del cinema, l’attore aveva imparato a stare. Non in piedi, ma in equilibrio con il mondo, forte di una determinazione rara. La sua figura minuta, le braccia potenti, lo sguardo ironico: tutto in lui raccontava di un’esistenza vissuta controvento, ma sempre con il sorriso sulle labbra e il coraggio tra le dita.
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La disabilità mai accettata come limite
Nel suo modo di muoversi c’era qualcosa di unico. Un passo al contrario, fatto con le mani. Ma era anche un messaggio, quello che ogni giorno ripeteva a se stesso e agli altri: non serve camminare per andare lontano. Sullo schermo, come nella vita, l’attore era diretto, autentico, mai accomodante. Si faceva notare perché diverso, e proprio per questo indimenticabile.
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