
Lutto nel mondo Juventus, se va un grande. Si è spento oggi a Torino un protagonista discreto ma centrale del mondo giuridico e ed economico italiano degli ultimi settant’anni. Figura di riferimento per i grandi gruppi industriali e presenza costante nelle vicende giudiziarie più complesse, ha saputo costruire un ruolo di fiducia e autorevolezza che lo ha accompagnato per tutta la carriera.
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L’avvocato dell’Avvocato: una figura chiave nella storia della Fiat
Era considerato un monumento vivente del diritto, ma anche un uomo d’industria, vicino a quelle stanze dove si decidevano i destini economici del Paese. Lì, tra Torino e Roma, si muoveva con passo sicuro e pensiero affilato. Perché se è vero che ogni grande impresa ha i suoi strateghi, allora lui è stato il più ascoltato tra gli strateghi della Fiat. Quando Giovanni Agnelli voleva una voce sicura, si rivolgeva a lui. Non per caso lo chiamavano l’avvocato dell’Avvocato.
Nelle società del gruppo, da Ifil a Rcs, passando per la vicepresidenza della Fiat stessa e la presidenza della Compagnia di San Paolo, la sua firma ha lasciato un’impronta netta e inconfondibile. Il Corriere della Sera lo ricorda come “uno dei giuristi più influenti del Novecento industriale italiano”.
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Juventus, codici e toghe: una carriera intrecciata alla storia
La sua carriera giuridica non fu mai solo esercizio di diritto, ma una costante immersione nella contemporaneità del Paese. Fu presidente onorario della Juventus, ma anche membro del collegio difensivo nel processo alle prime Brigate Rosse, quando la toga significava esporsi, scegliere, resistere. Il suo nome ha attraversato decenni di storia italiana, da aula ad aula, da consiglio a consiglio.
Nel novembre scorso, pur segnato nel corpo dai suoi 95 anni, aveva inviato un messaggio potente e lucidissimo in occasione della cerimonia per i suoi 70 anni con la toga. Lo ha letto sua figlia Cristina, ma quelle parole, scritte di suo pugno, sono state definite da Adnkronos “un piccolo capolavoro di ironia e intelligenza”. In quelle righe, con stile inimitabile, dichiarava: «Non ho mai lavorato con i piedi».
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