Autopsia in vista e parte civile
La Procura di Prato ha fissato l’autopsia per chiarire l’orario preciso del decesso e verificare la presenza di sedativi o altre sostanze. L’avvocata Marianna De Simone, che assiste la madre, annuncia la nomina di un consulente di parte: «Vogliamo accertare ogni dettaglio, dai segni di strangolamento alle eventuali contusioni antecedenti». Nel frattempo, la signora Maria Cristina affronta il lutto in condizioni drammatiche: senza stipendio della figlia, rischia lo sfratto e non può sostenere le spese funebri. Le amiche di Denisa hanno lanciato una campagna di crowdfunding: servirà a coprire il rimpatrio della salma in Romania, le esequie e un supporto minimo alla madre rimasta sola.

Le ombre sulla dinamica – ricatto o ossessione?
Gli investigatori non escludono che la storia del ricatto economico sia stata solo la scintilla finale di una ossessione pericolosa. Testimoni riferiscono di un uomo spesso geloso, pronto a seguirla anche fuori dagli appuntamenti concordati. «Lei non aveva paura di nulla» ripete la madre, ma forse sottovalutava la rabbia di un cliente trasformato in stalker. Frumuzache è ora detenuto nel carcere di Prato in regime di custodia cautelare per omicidio volontario aggravato e vilipendio di cadavere. Nelle prossime settimane, i magistrati valuteranno se chiedere il rito immediato vista la confessione e il quadro probatorio solido. La difesa, dal canto suo, potrebbe puntare su un vizio parziale di mente o sullo stress da ricatto; ipotesi, finora, prive di riscontri clinici.
Nel frattempo, la comunità romena di Prato e quella di Torpignattara si stringono attorno a Maria Cristina: c’è chi porta cibo, chi offre qualche euro, chi semplicemente resta a farle compagnia. Tutti con la stessa domanda che la madre ha gridato tra le lacrime: «Cosa hanno fatto a mia figlia?». E con la speranza che la giustizia sia rapida e implacabile.