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Morto all’improvviso, l’Italia in lutto: amato dai più grandi

Le indagini storiche e scientifiche più rilevanti

Tra le ricerche più note di Mallegni si annoverano le ricostruzioni facciali di celebri personaggi storici. Nel 2007, ad esempio, restituì un volto realistico a Dante Alighieri, descrivendo “occhi grandi, mascella arrotondata, un’espressione gentile ma il naso sempre leggermente storto”. Questa operazione permise di rinnovare la percezione pubblica di una delle figure più importanti della letteratura italiana. Altre indagini di rilievo riguardarono la figura del conte Ugolino della Gherardesca. Nel 2002, grazie all’analisi del Dna, Mallegni riuscì a “scagionare” il conte dall’accusa di cannibalismo, smentendo secolari interpretazioni del “fiero pasto” dantesco e offrendo una nuova chiave di lettura degli eventi storici legati alla sua prigionia e morte. La sua attività di ricerca non si limitò ai personaggi della letteratura, ma si estese anche a numerose figure storiche e religiose. Mallegni analizzò i resti di Federico II, papa Gregorio VII, Andrea Mantegna, Luigi Boccherini, Vespasiano Gonzaga e Pico della Mirandola, dimostrando che quest’ultimo era stato avvelenato con arsenico. Negli anni ’70 contribuì inoltre all’identificazione dei presunti resti di Giotto a Firenze, individuando pigmenti pittorici nelle ossa come prova dell’attività artistica del celebre pittore.

L’impegno sulla Sindone e le ultime opere

Convinzione personale di Mallegni era l’autenticità della Sacra Sindone, che lo spinse a dedicare numerosi studi e conferenze su questo tema. Attraverso analisi rigorose, pubblicazioni scientifiche e incontri pubblici, contribuì ad alimentare il dibattito su uno dei reperti più controversi e discussi della cristianità. Oltre all’attività accademica, Mallegni si dedicò anche alla realizzazione di mostre sull’evoluzione umana, collaborando con musei italiani ed europei. Le sue pubblicazioni, tra cui volumi divulgativi e manuali universitari, sono oggi considerate strumenti fondamentali per la comprensione delle scienze antropologiche. Il suo contributo alla comunità scientifica si è manifestato anche in ambito istituzionale, con la partecipazione a comitati di valutazione e la consulenza per progetti di ricerca di rilievo nazionale e internazionale. Mallegni ha inoltre promosso la collaborazione tra discipline diverse, favorendo la nascita di nuovi approcci metodologici nello studio dei resti umani antichi.

Francesco Mallegni si è spento a Pisa l’11 settembre all’età di 85 anni, nel reparto di cardiologia. I funerali sono previsti per sabato 13 settembre alle ore 15, presso la chiesa di San Biagio. La sua scomparsa lascia un vuoto profondo nel mondo della ricerca e della divulgazione scientifica, ma il suo lascito continuerà a ispirare generazioni di studiosi.

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