SOCIAL. Aumento Pensioni 2023: La manovra di bilancio è chiusa, permettendo sempre che il Senato non faccia altre revisioni. Ora, a cose fatte, ci si può iniziare a fare i conti in tasca. Anche se la manovra non è semplice e i cavilli sono tanti. Quindi non sarà facile capire effettivamente cosa ci si deve aspettare. Quello che è chiaro è sicuramente che per i redditi più alti scatterà ancora una volta la tagliola che non consentirà di incassare la rivalutazione piena degli assegni. Questo perché la stretta al portafoglio chiesta all’Italia dall’Europa è importante.
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Aumento pensioni 2023
La manovra di bilancio premia invece le pensioni minime 2023. Ecco infatti che questa volta gli incrementi, seppure in alcuni casi non sufficienti a coprire del tutto il rialzo dell’inflazione, arriveranno per tutti. Il quotidiano Libero parla infatti di: “Il trattamento migliore è quello riservato alle pensioni minime, che saranno rivalutate con aliquote che superano addirittura il 100% del carovita. Considerato un tasso provvisorio di inflazione stabilito dal ministero del Lavoro al 7,3%, l’adeguamento degli assegni fino a 525 euro sarà dell’8,9%, con un aumento di 46,8 euro. Per gli over 75 è previsto un ulteriore bonus, che farà salire l’aliquota al 14,16%, con un incremento mensile di74,4 euro che farà salire il trattamento ai famosi 600 euro chiesti da Forza Italia. In entrambi i casi si tratta di maggiorazioni finanziate solo per il 2023 e quindi destinate a decadere se nella prossima legge di bilancio non saranno trovate altre risorse”.
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Inps: “Operazioni di rinnovo per l’anno 2023”
Sul sito dell’Inps infatti, riagurdo all’attento delle pensioni per il 2023 si legge: “Sono state effettuate le operazioni di rinnovo per l’anno 2023. L’indice provvisorio di rivalutazione delle pensioni per il 2023 è pari al 7,3%. Poiché nel disegno di legge di Bilancio 2023 sono previsti interventi volti a rimodulare le modalità di attribuzione della rivalutazione automatica per le fasce di importo dei trattamenti pensionistici superiori a quattro volte il trattamento minimo, per evitare la corresponsione di somme potenzialmente indebite, la rivalutazione è stata attribuita a tutti i beneficiari il cui importo cumulato di pensione sia compreso nel limite di quattro volte il trattamento minimo (pari a 2.101,52 euro).”
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