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SOCIAL. La strage di Erba, avvenuta il 11 dicembre 2006, è uno dei casi di cronaca nera più famosi degli ultimi anni in Italia. La vicenda riguarda l’omicidio di tre persone, compresa una bambina di appena 8 anni, avvenuto all’interno di un’abitazione a Erba, in provincia di Como. L’indagine portò all’arresto dei coniugi Olindo Romano e Rosa Bazzi, che vennero condannati all’ergastolo per l’omicidio dei tre familiari.
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Strage Erba: a che punto siamo oggi
Uno dei punti chiave della vicenda è la presenza di una strana macchia di sangue sull’auto di Olindo Romano. Una delle tre prove che portarono i coniugi alla condanna. In particolare, la macchia venne rinvenuta il 26 dicembre 2006 dal brigadiere del Rono di Como Carlo Fadda sul battitacco della vettura di Romano. Ciononostante, come emerso durante il processo, non esiste alcuna foto della traccia evidenziata dal liquido luminol. Ma solo una foto normale con sopra disegnato un cerchietto, all’interno del quale il solo Fadda ha sempre sostenuto di aver rinvenuto la macchia di sangue.
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Incongruenze che fanno sorgere dei dubbi
In un episodio del podcast “Il grande abbaglio” tratto dall’omonimo libro scritto da Edoardo Montolli e pubblicato sul canale Youtube @frontedelblog, si analizzano i dettagli della consulenza di Capra. Questa verrà presto depositata a Brescia dai legali di Olindo Romano e Rosa Bazzi. Capra scopre che l’ordine delle tracce rinvenute sulla macchina di Romano non era lo stesso dell’inizio. Le quattro tracce rinvenute sono state catalogate ovviamente come 1-2-3-4. La prima trattata con un prodotto utile a capire se si fosse in presenza di sangue umano. Ma le proprietà digitali dei file fotografici dimostrano che l’ordine esatto era 3-2-4-1. Dunque solo l’ultima venne sottoposta al trattamento per capire se si fosse in presenza di sangue umano. Inoltre, la traccia di sangue che mandò la coppia all’ergastolo e catalogata come Foto 3 era in realtà la prima e venne repertata unicamente grazie al luminol. Questa incongruenza fa sorgere dei dubbi sulla presenza effettiva di una macchia di sangue sull’auto di Olindo Romano.