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Il taglio del cuneo fiscale in vigore fino a dicembre 2023 è stato prolungato fino a dicembre 2024. L’ultima bozza della legge di bilancio però, precisa cosa ne sarà delle tredicesime. La somma che si riceverà sarà diversa a secondo del reddito che si percepisce. Quali sono le nuove regole? (Continua dopo le foto)
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Tredicesima, le novità dal 2024: cosa accadrà agli importi
Il taglio del cuneo fiscale per il 2024 non avrà effetti sulle tredicesime. È quanto prevede l’ultima bozza della legge di bilancio che specifica che ci sarà “un esonero, senza effetti sul rateo di tredicesima, sulla quota dei contributi previdenziali per l’invalidità, la vecchiaia e i superstiti a carico del lavoratore di 6 punti percentuali a condizione che la retribuzione imponibile, parametrata su base mensile per tredici mensilità, non ecceda l’importo mensile di 2.692 euro, al netto del rateo di tredicesima”, fa sapere La Stampa. Il taglio del cuneo è al 7% invece per chi ha una retribuzione mensile, per tredici mensilità, non superiore a 1.923 euro, al netto del rateo di tredicesima. (Continua dopo le foto)
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Il problema delle buste paga in Italia
È uscito l’ultimo rapporto Cgia sulle buste paga in Italia: il divario tra il salario medio Nord e al Sud è enorme. Nel 2021, la retribuzione media lorda annua dei dipendenti nel privato a Milano era di 31.202 euro, a Palermo di 16.349 euro. Addirittura a Vibo Valentia la differenza era addirittura superiore al 164%. Come ha segnalato anche il Cnel, il problema dei lavoratori poveri non è il minino salariale ma il fatto che i lavoratori lavorino pochi giorni all’anno al Sud rispetto al Nord. Per risolvere la questione bisognerebbe agire sui contratti più che sull’alzare i salari minimi. (Continua dopo le foto)
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La Cgia ritiene che per alzare le buste paga sarebbe necessario rispettare le scadenze entro le quali rinnovare i contratti di lavoro. Al netto del settore dell’agricoltura, del lavoro domestico e di alcune questioni di natura tecnica, all’1 settembre scorso il 54% dei dipendenti del privato aveva il Ccnl scaduto. Sono quasi 7,5 milioni su un totale di circa 14 milioni.