
Con l’arrivo dell’estate e il moltiplicarsi delle zanzare, cresce anche il rischio di contrarre la febbre da West Nile, una patologia infettiva spesso sottovalutata ma potenzialmente molto pericolosa. L’allerta è alta in diverse regioni italiane, dopo i primi casi gravi e perfino un decesso. L’infettivologo Massimo Andreoni, direttore scientifico della SIMIT, mette in guardia: ecco cosa sappiamo e quali sono le misure da adottare secondo l’esperto.
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Molti contagiati, pochi sintomi: l’allarme degli esperti
“La febbre da West Nile è una malattia da non sottovalutare”, ha dichiarato Massimo Andreoni, uno dei principali infettivologi italiani, all’agenzia ANSA. Il rischio reale, secondo l’esperto, è che ci siano molti più contagi di quelli ufficialmente rilevati: “I casi noti sono comunque una minoranza rispetto ai casi ‘sommersi’. L’infezione decorre con un rapporto di un caso sintomatico ogni 5-10 casi asintomatici”.
Una stima che cambia radicalmente la percezione della diffusione del virus. Il timore è che la febbre West Nile stia circolando ampiamente, anche tra persone che non mostrano alcun sintomo. “Per avere una stima precisa – sottolinea Andreoni – dovremmo testare anche i soggetti apparentemente sani nelle aree colpite. Solo così potremmo comprendere quante persone siano realmente infette”.

Quando il virus diventa pericoloso: attenzione ai soggetti fragili
La febbre West Nile è trasmessa dalla zanzara Culex, tipica del nostro territorio e attiva soprattutto di notte. In alcuni casi, l’infezione può degenerare. “Può diventare altamente patogena quando il virus colpisce il sistema nervoso centrale, portando a forme neuroinvasive che coinvolgono cervello e midollo spinale”, ha spiegato Andreoni. Anche nei casi meno gravi, il quadro può peggiorare se il virus colpisce anziani o soggetti fragili, peggiorando patologie preesistenti e creando un rischio sistemico.
“Non è solo una malattia con febbre e mal di testa: può compromettere seriamente la salute”, insiste l’infettivologo. La maggiore preoccupazione, oggi, è proprio l’invisibilità del virus nei contagiati asintomatici. Un pericolo che potrebbe far impennare i numeri senza che il sistema sanitario riesca a intercettarlo per tempo. Come si diffonde il West Nile virus?
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