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Massimo Bossetti, la reazione dei genitori di Yara alla sua intervista a “Belve Crime”

News tv. Massimo Bossetti, la reazione dei genitori di Yara alla sua intervista – Martedì sera, su Rai2, è andata in onda la prima attesissima puntata di Belve Crime, lo spin-off in chiave noir del celebre programma di interviste condotto da Francesca Fagnani. Un esordio già controverso, non solo per il concept, ma soprattutto per uno degli ospiti scelti: Massimo Bossetti, condannato all’ergastolo in via definitiva per l’omicidio della tredicenne Yara Gambirasio. L’intervista ha immediatamente scatenato polemiche, reazioni indignate, e una riflessione a più voci sul confine tra cronaca, spettacolo e responsabilità mediatica.

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Bossetti a “Belve Crime”, la reazione dei genitori di Yara

A far più rumore di tutto è stata la reazione dei genitori di Yara, Fulvio e Maura Gambirasio, che per oltre un decennio avevano scelto il silenzio e la discrezione come forma di rispetto per il dolore. Stavolta, però, la loro voce è arrivata chiara e diretta: secondo quanto riportato dal settimanale Giallo, la famiglia avrebbe commentato così la scelta della Rai di mandare Bossetti in onda: “Bossetti fa la star in TV e aggiunge dolore a dolore”. Una frase che pesa come un macigno. Perché il dolore non è un contenuto da programmare in palinsesto, e nemmeno un pretesto per alzare lo share.

La replica di Fagnani: “Non può giudicare il dolore altrui”

Durante l’intervista, Francesca Fagnani ha mantenuto il suo stile tagliente e incalzante, ma ha anche sentito il bisogno di intervenire e mettere dei paletti morali. Quando Bossetti ha avuto l’ardire di mettere in discussione la sofferenza del padre di Yara, colpevole, secondo lui, di essere tornato al lavoro pochi giorni dopo la scomparsa della figlia, la conduttrice ha reagito con fermezza: “Lei non ha il diritto di giudicare il modo in cui una persona vive il proprio dolore.” Un richiamo che non basta a spegnere le critiche, ma che segna almeno un tentativo di porre un argine all’auto-vittimismo e alla narrazione distorta da parte di un condannato per un crimine così efferato come quello di Yara.

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