
Nel cuore di una crisi mediorientale sempre più tesa, l’Italia ha avviato una significativa manovra militare che riguarda i suoi 1.100 soldati impiegati tra Iraq e Kuwait. Il Ministero della Difesa ha ordinato una ridistribuzione delle forze all’interno delle basi operative, senza però modificare il numero complessivo del contingente. La mossa, secondo quanto riportato da fonti vicine alla Difesa, risponde a nuove esigenze di operatività e rientra in un piano di ottimizzazione tattica in un’area sempre più instabile.
I militari italiani continuano a presidiare due aree chiave: Erbil, nel nord dell’Iraq, e Ali Al Salem, in Kuwait, punto strategico per le operazioni della coalizione internazionale. Non si tratta, dunque, di un rientro o di un ridimensionamento, ma di una riedizione silenziosa della presenza italiana sul campo, mirata a garantire maggiore efficacia nelle missioni e, soprattutto, maggiore sicurezza.
Leggi anche: “Malore improvviso”. Bimba di 12 anni muore dopo aver mangiato, altri 7 in ospedale
Leggi anche: Meteo, addio al caldo: temporali e crollo delle temperature fino a 15 gradi

Il contesto: una regione al limite della deflagrazione
A fare da sfondo alla decisione della Difesa, c’è la crescente tensione che attraversa il Medio Oriente. Il quadro geopolitico è segnato dagli scontri tra Israele e le milizie sostenute dall’Iran, dalla crisi umanitaria in corso a Gaza e dai rischi sempre più concreti legati alla proliferazione nucleare iraniana. Una serie di scenari che impongono cautela e prontezza operativa anche ai Paesi che partecipano alle missioni internazionali.
La presenza militare italiana si inserisce infatti nella coalizione anti-Daesh e in operazioni di supporto alla stabilizzazione della regione. La ridistribuzione interna dei soldati serve, secondo alcune interpretazioni, a prevenire rischi diretti contro le truppe, in caso di escalation nei Paesi confinanti, come l’Iran, dove le tensioni diplomatiche stanno crescendo di giorno in giorno.
Tajani rassicura: “La priorità è la sicurezza dei nostri”
A confermare la delicatezza del momento è il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, intervenuto a margine dell’evento “L’Accademia della Libertà” a Gubbio. Parlando all’ANSA, Tajani ha ribadito che “la nostra priorità in queste ore è garantire la sicurezza dei nostri connazionali”. Il ministro ha illustrato un’azione diplomatica su più fronti, sottolineando il lavoro della Farnesina per favorire un dialogo tra Stati Uniti e Iran che possa bloccare la produzione di armi nucleari e arrivare a un cessate il fuoco.
Parallelamente, sono in corso operazioni di evacuazione e trasferimento di cittadini italiani dalle aree a rischio. Tajani ha fatto sapere di aver parlato personalmente con l’ambasciatrice italiana a Teheran, Elisabetta Belloni, e con l’ambasciatore Ferrari a Tel Aviv. Un primo convoglio è già arrivato in Azerbaijan, mentre un altro gruppo di italiani sarebbe in partenza da Sharm El Sheikh, dopo un passaggio dall’ambasciata italiana a Tel Aviv.
Scopriamo tutti i dettagli nella pagina successiva