
L’abbazia più antica dell’Occidente vive uno dei momenti più delicati della sua storia recente. A pochi giorni dalla pubblicazione del rapporto indipendente sugli abusi sessuali commessi tra le sue mura, Jean Scarcella, Abate di Saint-Maurice, ha annunciato le dimissioni. Una scelta che scuote profondamente la comunità religiosa e apre una fase nuova, segnata dalla ricerca di giustizia e trasparenza. Ecco cosa è successo, perché l’Abate ha lasciato l’incarico e cosa accadrà nei prossimi mesi.
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Il peso del rapporto sugli abusi: “Serve un rinnovamento”
È stato il dossier curato dal gruppo di lavoro dell’Università di Friburgo, guidato da Pierre Aubert, a far crollare un silenzio lungo decenni. Il rapporto ha documentato decine di casi di abusi sessuali avvenuti tra il 1950 e il 2022 all’interno dell’Abbazia di Saint-Maurice, nel cantone svizzero del Vallese. L’indagine, voluta dalla stessa comunità religiosa, ha scoperchiato dinamiche sistemiche che hanno profondamente colpito l’opinione pubblica e la Chiesa stessa.
Alla luce delle conclusioni del rapporto, l’Abate Jean Scarcella ha presentato le dimissioni. Lo ha annunciato in un comunicato ufficiale dell’abbazia: “Mi dimetto perché sono convinto, maturato nella preghiera personale e nel dialogo costruttivo, che ora spetta a delle forze vive attuare le misure decise nel nostro piano d’azione”. Il riferimento è al programma lanciato dal Consiglio abbaziale per assicurare verità, giustizia e prevenzione.

St Maurice, il Papa accoglie le dimissioni dell’abate Scarcella
Le dimissioni di Scarcella sono state accettate da Papa Leone XIV, primo pontefice statunitense della storia. Il suo gesto segna simbolicamente l’avvio di una fase di transizione nella gestione dell’abbazia. A guidare l’istituzione sarà, fino all’elezione del nuovo abate, Simone Previte, attuale priore, che assume temporaneamente il ruolo di Vicario Capitolare, fa sapere Il Messaggero.
La scelta del successore avverrà “entro la fine di settembre”, secondo quanto dichiarato dal Consiglio abbaziale. Il prossimo abate dovrà essere, nelle parole della comunità religiosa, “un confratello capace di incarnare una dinamica di rinnovamento”. Il compito sarà arduo: ristabilire la fiducia, attuare le misure previste dal piano d’azione e gestire una ferita ancora aperta.
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