
Diana esce per andare al bar, poi la tragedia: come la ritrovano marito e figlia – Diana Siminescu, 42 anni, è stata vittima di un tragico investimento nella notte tra l’8 e il 9 agosto, lungo la strada provinciale 78 a Calvagese della Riviera, in provincia di Brescia. La donna è stata travolta da un’auto pirata mentre camminava sul ciglio della strada, lasciando dietro di sé una famiglia devastata e una comunità profondamente colpita. Madre di quattro figli (Gabriel, 23 anni, Benedetta, 18, Raphael, 12, e Gioia, appena 6 anni), Diana era sposata con Luca Righetti, agente della Polizia Locale della Valsabbia.

Diana esce per andare al bar, poi la tragedia: come la ritrovano marito e figlia
La tragedia ha avuto un impatto immediato e devastante: la famiglia è stata la prima a trovare il corpo di Diana. Seguendo la posizione del cellulare della donna, Luca e la figlia maggiore Benedetta si sono recati sul luogo, dove hanno trovato il corpo della madre in un fossato lungo la strada, a poca distanza dalla borsetta e da una scarpa. Un momento straziante che ha segnato per sempre la vita dei familiari. «L’ho chiamata, ma niente. Benedetta ha cominciato a urlare disperata», ha raccontato Luca Righetti, ancora sconvolto. La scena davanti ai loro occhi è stata insostenibile, segnata da dolore e incredulità. La notizia si è diffusa rapidamente nel paese, lasciando sgomenta l’intera comunità locale.
Secondo le prime indagini, alla guida dell’auto che ha investito Diana si trovava una giovane di 24 anni, residente a Calvagese della Riviera. La ragazza, fermata dagli inquirenti, ha dichiarato di non essersi accorta di nulla: «Pensavo di aver preso un sasso», avrebbe riferito agli investigatori. Attualmente è stata denunciata per omicidio stradale e omissione di soccorso.

Le indagini e il contesto dell’incidente
Le autorità competenti hanno immediatamente avviato accertamenti tecnici sull’auto e sulle condizioni della giovane conducente al momento dell’impatto. I rilievi della polizia scientifica e le immagini delle telecamere di videosorveglianza situate lungo il tratto della provinciale saranno fondamentali per ricostruire la dinamica dell’accaduto e assegnare le responsabilità. La Procura di Brescia coordina le indagini, mentre la comunità attende risposte definitive. Secondo quanto raccontato dal marito, Diana era solita uscire la sera per trovare un po’ di tranquillità e confrontarsi con altri. «Mia moglie era una donna particolare ogni tanto aveva bisogno di uscire, di stare da sola, magari al bar per scambiare due parole con qualcuno», racconta Luca Righetti al Corriere della Sera.
La sera dell’incidente, Gabriel, il figlio maggiore, aveva visto la madre in compagnia di persone che non gli piacevano. Per smaltire la tensione, Diana avrebbe deciso di proseguire a piedi lungo la provinciale, scegliendo una zona poco illuminata e isolata. «È una gran camminatrice, avrà voluto sbollire la rabbia», spiega ancora il marito. Quando il cellulare ha smesso di spostarsi, Luca ha capito che qualcosa non andava e ha deciso di uscire con Benedetta per cercarla. Il momento della scoperta è descritto con parole semplici ma drammatiche: «Il telefono era fermo nello stesso punto da troppo tempo», ricorda Luca. Giunti sul posto, hanno riconosciuto prima la borsa, poi una scarpa, quindi Diana, riversa a terra e priva di vita. «Siamo distrutti», ha dichiarato Luca, «ma non cerchiamo vendetta. Solo verità. Solo giustizia per Diana».
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